Avellino, gli operai in sciopero non si fidano dell'Asidep e presidiano gli impianti

Da mesi senza stipendio i dipendenti dicono no alle aziende esterne

Gli operai
Gli operai
di Alessandro Calabrese
Venerdì 3 Maggio 2024, 08:51 - Ultimo agg. 16:35
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In Irpinia impianti di depurazione industriale fermi e presidiati. È cominciata da ieri mattina la nuova protesta dei 53 dipendenti dell'Asidep che hanno ripreso l'astensione dal lavoro per chiedere il pagamento degli stipendi arretrati, un accordo che garantisca i livelli occupazionali dopo la fase di cassa integrazione straordinaria che seguirà alla cessazione dell'azienda, da un anno in liquidazione, e la fornitura dei reagenti chimici necessari all'attività di filtraggio dei reflui.

«Fermare gli impianti - dicono i sindacati - al fine di evitare l'inquinamento dei fiumi e del territorio va oltre la semplice protesta, è un atto di civiltà.

Mentre i lavoratori sono da 5 mesi senza stipendio. Chiediamo un interessamento concreto per risolvere questa gravissima vicenda che vede i dipendenti stremati e in gravi difficoltà economiche».

A differenza dell'ultimo sciopero ad oltranza avviato lo scorso gennaio, dunque, memori dell'invio nelle strutture di altri operai per rimettere in funzione i macchinari e boicottare, così, lo stato di agitazione, maestranze e rappresentanti sindacali unitari sono rimasti a gruppi a presidiare i diversi impianti delle aree industriali irpine.

«Da Nusco a Lioni, da Sant'Angelo dei Lombardi a Morra De Sanctis, da San Mango sul Calore a Lacedonia e così via afferma il segretario della Fismic, Giuseppe Zaolino personale ed Rsu della partecipata dell'Asi stanno difendendo i loro posti di lavoro, per evitare un blitz come quello di gennaio, quando il presidente del Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale, Pasquale Pisano, mandò gli addetti di un'altra partecipata per rimettere in funzione gli impianti».

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E aggiunge: «Tutto ciò, accade mentre sia ad Asi che Asidep sono arrivate altre ingiunzioni di pagamento da parte di fornitori di energia e degli stessi reagenti fondamentali per la depurazione. In poche parole, al di là dello stato di agitazione, manca la materia prima per poter lavorare e non si possono effettuare neanche i controlli sulla post depurazione». Nelle varie aree industriali, intanto, ieri mattina sono passate alcune pattuglie dei carabinieri, mentre altrove la Digos ha verificato che non ci fossero disordini.

«Insieme a quella di Industria Italiana Autobus riprende Zaolino questa dei lavoratori dell'Asidep è la vertenza più calda del momento sul territorio provinciale. L'auspicio è che anche gli industriali protestino per i disservizi e i sindaci di riferimento dell'Assemblea generale dell'Asi prendano l'iniziativa prima che si configurino rilevanti danni ambientali». Le stesse maestranze e i rappresentanti sindacali unitari, di UilM, Maria Mottola, Fismic, Saverio Bellofatto, e Fiom, Nunzio Scibelli, hanno anche scritto al prefetto Paola Spena, alla Procura, all'assessore regionale al Lavoro, Antonio Marchiello, a Confindustria e all'Arpac di Avellino e al Ministero dell'Ambiente per metterli a conoscenza della vicenda e chiedere, ad ognuno per le proprie competenze, di intervenire.

«Da troppo tempo si legge nella nota congiunta - la società oltre a non pagare le spettanze ai lavoratori, non si preoccupa nemmeno di fornire le materie prime sia sugli impianti che nei laboratori di analisi più volte richieste. Una situazione paradossale per chi è deputato alla corretta depurazione e a effettuare i controlli analitici giornalieri previsti dalla legge agli scarichi degli impianti. A tutto questo si aggiunge la mancanza di prospettive occupazionali dei 53 lavoratori in quanto, l'Asi nella mole di debiti in cui ha portato le sue società partecipate, con un fallimento in esecuzione, quello del Cgs srl, e un altro alle porte, quello di Asidep, è riuscita solo a fare una gara di assegnazione provvisoria della gestione ad una società privata».
 

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