Nella Solfatara i batteri in grado
biologicamente di contrastare i pesticidi

Nella Solfatara i batteri in grado biologicamente di contrastare i pesticidi
di Pasquale Guardascione
Domenica 7 Ottobre 2018, 11:27 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 19:02
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POZZUOLI - Dalla partnership tra l’IBP-CNR e il dipartimento di medicina sperimentale dell’Università della Campania L. Vanvitelli in merito ad un progetto MIUR, nel 2013 è stato condotto uno studio conclusosi nel 2016, finalizzato allo sviluppo di strategie innovative per il biorisanamento ambientale da pesticidi organofosfati. Al progetto ha preso parte la dottoressa Maria Giovanna Borzacchiello che con il suo gruppo di ricerca sotto la guida del responsabile scientifico la professoressa Chiara Schiraldi del dipartimento di medicina sperimentale, si è occupata della produzione su larga scala di enzimi che degradano i pesticidi, isolati dal batterio Sulfolobus solfataricus. Sulfolobus solfataricus è un batterio appartenente al regno Archea, inizialmente isolato nella Solfatara negli anni Ottanta. Un enzima da esso prodotto, la fosfotriesterasi, è stato successivamente ingegnerizzato in Escherichia coli dal professor Giuseppe Manco dell’IBP CNR di Napoli e dai suoi collaboratori. Questo enzima è risultato essere potenzialmente fruibile nel campo del biorisanamento ambientale in quanto in grado di mettere in atto reazioni chimiche che portano alla degradazione dei pesticidi. Poiché isolati da batteri definiti estremofili, questi enzimi sono inoltre in grado di essere attivi ad alte temperature, fino ad 80 gradi e in ambienti a bassi range di pH. La produzione di questi enzimi su larga scala fa da apripista per l’utilizzo degli stessi in diversi settori della bioremediation ambientale.
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