Napoli, movida violenta al Vomero: «Raid nel mio bar, uomo pestato da due bulli»

«Mia figlia temeva di essere ferita le forze dell’ordine arrivate dopo un’ora»

Daniele Amirante gestore de Il Baretto
Daniele Amirante gestore de Il Baretto
di Melina Chiapparino
Giovedì 16 Maggio 2024, 22:55 - Ultimo agg. 18 Maggio, 09:23
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Un’aggressione brutale in un bar nel cuore del Vomero ha riacceso l’allarme sicurezza nel salotto buono di Napoli. L’episodio è accaduto poco distante dai luoghi dove, pochi giorni fa, si erano riuniti genitori e commercianti del quartiere per chiedere maggior controllo del territorio.

Stavolta, il raid violento «ha coinvolto due uomini che si sono scagliati contro una terza persona, colpendola con calci, pugni, schiaffi e una testata» all’interno de Il Baretto di via Enrico Alvino come racconta a Il Mattino Daniele Amirante, padre della 27enne titolare.

Come è avvenuta l’aggressione?

«Verso mezzanotte di mercoledì un ragazzo è entrato nel bar e ha chiesto un caffè. Subito dopo sono arrivati altri due ragazzi che lo hanno immediatamente aggredito. Si trattava di giovani, tutti napoletani che non avevano più di 25 anni. Gli aggressori hanno picchiato brutalmente il primo ragazzo con colpi dappertutto e anche una testata. C’era sangue ovunque e durante la colluttazione che sarà durata circa cinque minuti, hanno scaraventato birre, patatine, mobilio e stavano per far cadere anche il monitor della cassa touch screen. Poi tutti sono scappati via, anche il ragazzo aggredito e, nel frattempo, anche i nostri clienti si erano allontanati terrorizzati».

Il personale del bar ha chiesto aiuto?

«Mia figlia, la titolare del bar, si è nascosta sotto la cassa cercando di contattare telefonicamente le forze dell’ordine. In quel momento non capiva cosa stesse accadendo, ha pensato anche a una rapina. Nel frattempo, uno dei nostri baristi è andato a chiamare aiuto in strada. Non c’era nessuna pattuglia nelle vicinanze, né a piazza Vanvitelli e il barista è arrivato fino a piazza degli Artisti. È passata più di un’ora prima dell’intervento della polizia nel nostro locale. Ora mia figlia è traumatizzata, non vuole più lavorare in un posto che è diventato una giungla dove non abbiamo tutele e siamo noi in prima persona a rischio. Sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa durante l’aggressione, potevano ferire mia figlia o altre persone».

Lei ha denunciato pubblicamente l’accaduto.

«Ho reso pubblica l’aggressione grazie all’aiuto di Francesco Emilio Borrelli, il deputato a cui ho raccontato l’accaduto per lanciare l’allarme sulla sicurezza che manca in una zona centrale come il Vomero. Faremo la denuncia formale alle forze dell’ordine e sappiamo che i due aggressori sono stati riconosciuti da alcuni esercenti, compresa una birreria che frequentano. Ci sentivamo più al sicuro durante la pandemia quando, effettivamente, quest’area era pattugliata dalle forze dell’ordine, negli ultimi periodi invece ci sentiamo abbandonati. Ho saputo che potrebbe esserci il rischio che il Questore possa chiudere il locale, come accaduto all’Arenile, ma sarebbe una follia. Noi siamo le vittime, ci devono tutelare. Se così fosse la prossima volta non denuncerò».

In che senso non denuncerà?

«Ho scelto di investire in un’attività al Vomero per poter stare tranquillo e lavorare serenamente.

Al bar ci controllano regolarmente e facciamo la massima attenzione per rispettare regole e norme, come è giusto che sia ma dovremmo avere altrettanta diligenza dalle istituzioni per la tutela delle nostre attività, in merito alla sicurezza. Ho denunciato l’accaduto perché abbiamo subito una violenza con l’irruzione degli aggressori nel locale e, soprattutto, perché non si può tollerare un episodio del genere in una società civile. Se però dovessero disporre la chiusura del bar, allora dovrò pensare di dare agio a questi piccoli criminali con gli atteggiamenti da Gomorra di prendere il sopravvento sulla città. L’effetto della denuncia deve essere la tutela di noi vittime, presidiando il territorio non chiudendo i locali».

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Il suo appello

«I fitti sono aumentati, così come i prezzi delle materie prime. Tutto è aumentato tranne la sicurezza ed è un tema di cui si devono occupare istituzioni e forze dell’ordine. Noi commercianti che ci troviamo nelle traverse dell’arteria pedonale al Vomero siamo abbandonati a noi stessi».

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