Non c'è più un termine di scadenza per sottoscrivere l'intesa, anche se la magistratura amministrativa «obbliga» ad arrivare a una «celere definizione dell'accordo». Eccola, in pochissime parole, l'ordinanza tanto attesa sulla lite in corso tra il Ministero del Sud e la Regione Campania. Tema del contendere sono gli ormai noti fondi "sviluppo e coesione". In ballo ci sono 6 miliardi e mezzo destinati alla Campania. Per poterli utilizzare, però, bisogna siglare un accordo tra Governo e Palazzo Santa Lucia. Cosi come hanno già fatto 17 Regioni. Ma fino ad ora la vicenda si è avvitata su se stessa con mesi e mesi di furiose polemiche, di botta e risposta e di proteste in piazza. La Regione aveva fatto anche ricorso al Tar Campania che aveva dato 45 giorni di tempo, scaduti lo scorso 6 aprile, per la predisposizione dello schema di accordo. Ordinanza a cui ha fatto ricorso il Ministero e proprio ieri è arrivata la risposta del tribunale amministrativo di secondo grado: accolto il ricorso del dicastero guidato da Raffaele Fitto e sospensione della sentenza del Tar Campania.
Cosa dice l'ordinanza? La sezione quarta del Consiglio di Stato, presieduta da Vincenzo Neri, nell'accogliere l'istanza cautelare del ministero, ha fissato la trattazione di merito nell'udienza pubblica del 13 giugno. Tempi troppo lunghi per Vincenzo De Luca: «Ci prepariamo a chiedere al Consiglio di Stato una anticipazione della data per lo meno di un mese», annuncia. L'augurio, a Palazzo Santa Lucia, è che venga seguito il vincolo di celerità fissato dall'ordinanza: «Resta fermo l'obbligo di tutte le parti di proseguire il dialogo, ricorrendo a leali, reali, proficue e reiterate interlocuzioni, per addivenire alla celere definizione dell'accordo», si legge nelle sette pagine del provvedimento. E a Palazzo Santa Lucia si è passati subito dalle parole ai fatti: ieri pomeriggio le autorità di gestione dei fondi Fesr e dei fondi Fse e Fsc della Regione hanno scritto una lettera indirizzata al dipartimento per le politiche di coesione e al ministro del Sud.
Il dialogo
D'altro canto Fitto aveva già dato disponibilità a collaborare nel commentare l'ordinanza: «il Governo proseguirà nelle interlocuzioni necessarie a definire l'accordo per, confermando un approccio pienamente collaborativo». Toni più pacati del solito anche da parte di De Luca impegnato ieri nella consueta diretta social del venerdì: «Noi siamo pronti come sempre al massimo di collaborazione con tutti e ci attendiamo che si arrivi a una rapida definizione dell'accordo». Poi però aggiunge: «Vogliamo dialogare fino all'esaurimento nervoso ma non a essere presi in giro». Ma la linea del dialogo è quella che viene "dettata" a De Luca anche dai sindaci campani. Il sindaco di Benevento Clemente Mastella interviene così: «Ritengo che questo ping-pong tra istituzioni e tribunali amministrativi rischi di danneggiare solo le città ed esporre i sindaci al rischio di vedere sfumare risorse importanti come quelle Fsc. Il mio appello a Fitto e a De Luca è quello a riallacciare il filo del dialogo». Concetti condivisi da Gaetano Manfredi che da tempo sottolinea l'importanza dei fondi Fsc anche per Napoli e di dialogare col Governo per trovare un'intesa. Una linea che gli è costatata anche qualche scontro a distanza con De Luca impegnato sul fronte della lotta.