Omicron 5, come si cura? Sì antinfiammatori e antipiretici, no agli antibiotici

Omicron 5, come si cura? Dagli antinfiammatori agli antipiretici, ma niente antibiotici
Omicron 5, come si cura? Dagli antinfiammatori agli antipiretici, ma niente antibiotici
Mercoledì 29 Giugno 2022, 17:26 - Ultimo agg. 22:38
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I contagi da Omicron 5 potrebbero arrivare presto a 100mila al giorno. Tra i virologi c'è chi ha definito la nuova variante del Covid la più contagiosa in assoluto. La coda alle farmacie è ormai una presenza fissa. E con i casi che aumentano sempre più persone cercano la cura. 

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Omicron 5, la nuova cura 

La cura per Omicron 5 è stata spiegata da Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore della disciplina a Tor Vergata a Roma.

Bastano farmaci che si trovano in farmacia. Ci sono però dei casi che richiedono l’intervento del proprio medico di famiglia. Gli anziani e chi ha altre patologie, oltre a necessitare di un richiamo per garantire l’efficacia della protezione contro le nuove sottovarianti, devono essere seguite nella terapia. La “fragilità” aumenta il rischio di un’evoluzione grave della malattia e, a maggior ragione, va ponderato l’utilizzo. 

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“Per le persone con febbre e dolori il consiglio è di prendere antinfiammatori e antipiretici”, ha spiegato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore della disciplina a Tor Vergata a Roma. La terapia suggerita dal professore prevede antinfiammatori e antipiretici e allo stesso tempo vieta cortisone e gli antibiotici.

Per i problemi più gravi

“In caso il malato inizi ad accusare problemi respiratori - continua il professore - deve avvertire il dottore, perché magari c’è bisogno di auscultare il paziente”. Andreoni fa riferimento alla scarsa capacità di Omicron 5 di scendere verso i polmoni, infatti la sottovariante si ferma all’altezza delle vie respiratorie, peggiorandone le capacità.

 

I pazienti fragili

Per le persone fragili cambia invece la terapia. “Le condizioni sono due: appunto la fragilità, che rende a rischio di un’evoluzione pesante della malattia, e la rapidità - ha detto Massimo Andreoni - Dopo il tampone positivo chi è a rischio deve avvertire il suo dottore”. I farmaci previsti per i “fragili” sono in genere due: antivirale o anticorpo monoclonale. Entrambi devono essere presi nei primi 5 giorni e sono prescritti dai medici di famiglia dal secondo giorno fino al quinto.

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