Ariano Irpino caos carcere, il provveditore: «Subito interventi»

Parla il provveditore delle carceri campane Lucia Castellano

Il carcere di Ariano Irpino
Il carcere di Ariano Irpino
di Katiuscia Guarino
Domenica 28 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo agg. 29 Aprile, 07:27
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«L'agente infedele mette in pericolo i suoi colleghi, prima ancora dei detenuti. In tale situazione, con agenti collusi si rende complicata la gestione dell'istituto. Si pensi, ad esempio, a un detenuto che fa uso di droga e va in astinenza, quindi può creare episodi di aggressione».

Lucia Castellano, provveditore dell'amministrazione penitenziaria della Campania, interviene sull’arresto del poliziotto penitenziario, preso con quattro chili e mezzo di droga e 22 telefoni cellulari, oltre a schede sim e altre apparecchiature che dovevano essere consegnati, con molta probabilità, ai reclusi della casa circondariale di Ariano Irpino. Castellano giovedì 2 maggio sarà sul Tricolle per un incontro con direzione e personale penitenziario.

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Provveditore Castellano, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato che chiederà una relazione al suo dipartimento in merito alla vicenda dell’arresto.
«Non abbiamo ancora ricevuto la comunicazione ufficiale, ma siamo pronti a illustrare la situazione”.

Qual è la condizione della casa circondariale del Tricolle? “Il carcere di Ariano Irpino soffre di sovraffollamento ed è un istituto periferico. Io sono contenta di come sta operando la direzione, il comandante, lo staff rieducativo. Si sta lavorando tanto per aumentare le attività trattamentali. Tra queste, quella sportiva. I detenuti sono stimolati a studiare e a lavorare. Sono vari i progetti».

L’ultimo episodio, però, è inquietante.
«Sicuramente. La Procura della Repubblica di Benevento è in prima linea per fare chiarezza. Quanto accaduto ad Ariano Irpino è complesso, perché è stato un fatto casuale. Un fatto gravissimo che ha messo a repentaglio la sicurezza dell'istituto e del personale. Ha determinato stupore e angoscia. L'agente infedele mette in pericolo i suoi colleghi, prima ancora dei detenuti».

In che senso?
«Si pensi a un detenuto che fa uso di droga e va in astinenza. Può creare episodi di aggressione. In un carcere si registrano comportamenti che apparentemente sembrano folli, ma che sono a volte ascrivibili all'uso di droga o ad astinenza. Infatti, dopo un'aggressione al personale, il detenuto viene sottoposto da prassi a un drug test. Sono preoccupata per la vicenda, ma allo stesso tempo sono fiera del personale di Ariano Irpino».

Proprio i poliziotti penitenziari hanno stanato il collega.
«Sono molto contenta del personale di Ariano Irpino che da solo è riuscito a condurre un'attività di osservazione nei confronti di un agente. A insospettirli la giacca a vento rigonfia, ma anche una serie di indizi. Operazione, dunque, che non è dipesa da un'indagine pregressa, come di solito avviene in altri casi».

Cosa fare di fronte a eventi criminosi del genere?
«In Campania è già il secondo poliziotto che arrestiamo per situazioni simili. Si lavora con molto impegno con la parte sana della polizia penitenziaria per stanare la parte malata».

Quali soluzioni si possono adottare per il carcere arianese?
«L'attenzione su Ariano Irpino è altissima. La prossima settimana andrò nel carcere per un incontro con la direzione e il personale. La struttura a breve si doterà di un sistema antidrone. Intanto, come dipartimento stiamo dando disposizioni precise per aumentare i controlli durante i colloqui e per l'introduzione dei pacchi. Ci vuole un occhio attento con gli infedeli, come hanno fatto i poliziotti di Ariano Irpino. Sono proprio gli agenti che devono espellere i corpi malati. Purtroppo, abbiamo trovato anche coltelli a serramanico nell'auto dell'agente. Un coltello del genere in mano a un detenuto mette in pericolo la vita di poliziotto penitenziario».

Come aiutare la polizia penitenziaria?
«Stimolare gli agenti a tirar fuori i corpi estranei. Per espellere la parte malata, ho disposto delle linee guida per tutte le carceri della regione per limitare le entrate di generi alimentari e di altro materiale durante i colloqui. Abbiamo ripristinato l'ordine di andare in divisa al lavoro e non mimetica, perché in quest'ultimo caso si potrebbero occultare più cose».

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