Il passato è pane per il futuro. Nel Sannio aumenta questa consapevolezza e così la provincia diventa capofila nazionale per la capacità di generare lavoro e imprenditoria nel settore culturale e della creatività. È ricco di soddisfazioni per il territorio il report 2023 «Imprese e professioni culturali e creative» realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro in collaborazione con il Centro studi delle Camere di Commercio «Tagliacarne».
Lo scorso anno le imprese del settore sono aumentate da 200 a 230 rispetto al 2022, con un incremento percentuale del 15% che svetta in Campania: Avellino (da 250 a 280) si attesta al 12%, Napoli (da 2.300 a 2.460) al 7%, Caserta (da 470 a 500) al 6,3% e Salerno (da 810 a 860) al 6,1%.
In Campania le percentuali sono molto più basse: Caserta (da 2.400 a 2.710 assunti) si piazza al 12,9%, Napoli (da 23.320 a 24.960 assunti) al 7% e Avellino (da 2.030 a 2.130) al 4,9%, con Salerno che si mantiene sostanzialmente stabile, passando da 5.250 a 5.280. Nella classifica nazionale Torino ha fatto registrare quasi 16mila assunzioni, Napoli circa 13mila, Bologna quasi 7mila assunzioni e Bari poco più di 6mila. Tra le prime 10 province si collocano anche Firenze (circa 6mila entrate), Verona, Palermo e Genova (circa 5mila entrate ciascuna).
Ma quali sono state le caratteristiche dei nuovi assunti nella provincia sannita? La fascia di età più richiesta è quella fino a 29 anni, che raggiunge il 35,5%. Quasi una metà (45,8%) possiede un’istruzione universitaria, mentre il 29% ha un diploma di scuola superiore. Una forbice un po’ diversa dal dato medio nazionale, dove invece i due livelli di istruzioni sono equivalenti al 37%. In ogni caso, diplomati o laureati c’è stato bisogno nell’81% dei casi di un’ulteriore, specifica formazione. Il settore lo richiede, ed è questo un aspetto che devono tenere presenti quanti si preparano a colloqui di lavoro in questo ambito. Nel report emerge come le imprese culturali e creative ricerchino profili professionali altamente qualificati, capaci di coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività. Il 37,2% delle assunzioni ha riguardato lavoratori laureati, mentre nel complesso dell’economia tale quota è stata pari al 13,9%. Particolarmente elevata anche la richiesta di esperienza specifica nella professione (36,3% delle assunzioni programmate contro il 22,2% del totale imprese di industria e servizi) e quella di figure diplomate (37,8% delle assunzioni, contro il 29% dell’intera economia).
Le imprese creative e culturali, inoltre, richiedono ai profili professionali competenze sia trasversali che tecnologiche in misura maggiore rispetto alle imprese del resto dell’economia. Molto richieste flessibilità e adattamento (73,6%), capacità di lavorare in gruppo (70,1%) e problem solving (64,9%). Altrettanto importanti sono considerate le competenze digitali (59,6%), informatiche (34,2%) e quelle relative alle nuove tecnologie come realtà virtuale e intelligenza artificiale (23,7%). Il futuro va in questa direzione.