«Banco alimentare, sos da 50mila persone in più» (Ansa, 25 ottobre 2023 , ore 11.54»
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Non possiamo far finta di non vedere (anche) questo aspetto dei nostri vorticosi tempi, quando i tg ci restituiscono continuamente immagini di popolazioni sottoposte a guerre, carestie e fughe disperate dai propri Paesi, che non hanno nè acqua e nè cibo. Ma anche quando apprendiamo che, con la crescita della povertà assoluta, s'impenna anche nelle Nazioni civilizzate il numero di coloro che non hanno come mettere un piatto a tavola, per sè e per i propri figli. Il dato del continuo aumento di persone che, in Italia, si rivolge al Banco Alimentare è significativo.
«L'aumento dei prezzi ha aggravato la situazione delle categorie più fragili: famiglie monoreddito e con lavori precari, i nostri vicini di casa che a fatica arrivano a fine mese e si arrangiano per riuscire ad avere lo stretto necessario per vivere. L'emergenza è diventata l'ordinarietà e non fa più rumore. È il momento di fare tutti di più e meglio», ha osservato Giovanni Bruno, Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus.
La generosità, quella vera, è concetto che non può essere legato solo al benessere, alla disponibilità, al superfluo che si dà via. Il dono è atto del cuore, ognuno dà (dovrebbe dare) all'altro in base alle proprie disponibilità, e spesso la maggiore generosità viene da chi non te l'aspetti, da chi non se la passa bene. Forse perché più abituato alla sofferenza e conosce il valore della condivisione.
Ma anche imparare a contenere i costi, evitando inutili sprechi, è comportamento virtuoso che una società come la nostra dovrebbe perseguire in un'ottica di quel così pronunciato e generico concetto di “sostenibilità del pianeta”.
Forse già educare i figli ad evitare sprechi in casa costituisce, in piccolo, una sana abitudine. Il mondo è uno, non dalle risorse infinite, comprare e consumare in modo responsabile è un piccolo contributo. Imparare a non sprecare è lungimiranza, per sè e per gli altri. Proviamoci.
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«La gentilezza è profumo della bontà, essa ci avvicina agli uomini e ci appiana il cammino della vita» (Mantegazza, Il bene ed il male, 73)