Il giorno dopo la visita a Napoli del 2 luglio del 1963, 60 anni fa, del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, il «New York Times» titola: «L'accoglienza più calorosa». Commenta Massimo Petrone in uno degli scritti introduttivi al volume fotografico a cura dell'archivio Carbone «Kennedy e Napoli» (pagine 186, euro 35): «Tutto vero: l'abbraccio riservato a JFK dalla città è travolgente e inaspettato». D'altra parte, il rapporto tra Napoli e gli Stati Uniti è sempre stato stretto, fondato su più di una solida amicizia, «basti pensare che gli americani avevano stilato la loro Costituzione anche grazie all'intenso rapporto epistolare tra Benjamin Franklin e Gaetano Filangieri, la cui opera “Scienza della Legislazione”, con il riferimento al diritto alla felicità inserito nella Costituzione americana e divenuta manifesto di libertà delle colonie europee d'Oltreoceano».
In quella calda giornata estiva Kennedy trova una città in festa e un lungomare occupato da un cordone umano lungo 13 chilometri con la gente che sventola 4mila bandierine a stelle e strisce e riempie ogni posto del percorso stradale che vede sfilare l'auto presidenziale, una Lincoln scoperta. I napoletani e gli americani in strada sono oltre un milione. I giornali dell'epoca riportano, come sottolinea Matteo Pretelli, che «in alcuni punti del percorso la gente rompe i cordoni della polizia con l'obiettivo di raggiungere Kennedy per stringergli la mano, costringendo l'auto presidenziale a interrompere la sua corsa. Il presidente statunitense non è sembrato scosso dalla cosa, è rimasto invece piuttosto divertito dal piglio amichevole dei tanti napoletani accorsi per vederlo». Il metalmeccanico Ciro De Falco gli va vicino per dedicargli «E qui fu Napoli». Un vecchietto in canottiera riesce ad abbracciarlo. Il 17enne Enrico De Matteo gli mette nella tasca una sua foto con dietro i dati personali e la richiesta di poter andare negli Stati Uniti «per fare sfogliatelle, gelati e tanti soldi». Il libro racconta con 139 foto in bianco e nero di Riccardo Carbone le poche ore trascorse a Napoli da Jfk a cominciare dall'arrivo in elicottero alla base Nato di Bagnoli dove, secondo «Il Mattino», «Kennedy è inghiottito dalla folla.