Napoli, Zona Industriale, maxi discariche di rifiuti e scarti di lavorazione: «controlli totalmente assenti»

Nell'area orientale della città migliaia di cittadini vivono a contatto con decine di discariche di rifiuti potenzialmente pericolosi

Zona Industriale, enormi maxi discariche di rifiuti
Zona Industriale, enormi maxi discariche di rifiuti
di Antonio Folle
Lunedì 6 Maggio 2024, 14:58 - Ultimo agg. 15:59
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Nella terza metropoli italiana esiste quella che è a tutti gli effetti una vera e propria "zona franca" dove è possibile sversare praticamente impuniti qualsiasi genere di rifiuto. Dagli scarti di lavorazioni industriali ai materiali di risulta provenienti dai cantieri edili abusivi, passando per gli immancabili sversamenti di mobilio e rifiuti domestici non differenziati.

L'area orientale della città, ai margini del quartiere San Giovanni a Teduccio e del rione Sant'Erasmo è una di quelle zone dove gli sversatori abusivi mettono in pratica quotidianamente quelli che sono dei veri attentati alla salute pubblica. Reati contro il territorio che, però, il Comune non riesce ad arginare nonostante le numerose denunce da parte di comitati civici, associazioni, enti del terzo settore e semplici cittadini indignati per una situazione che va avanti da ormai troppi anni e che è un vero e proprio cancro da estirpare con ogni mezzo.

Via Generale Francesco Sponzilli, nel quartiere Ponticelli, è solo una delle numerose strade dell'area orientale di Napoli interessate dal fenomeno dello sversamento selvaggio. Conferimenti totalmente abusivi che creano in pochissimo tempi maxi discariche dove si accumulano in breve tempo diverse tonnellate di rifiuti d'ogni genere - non mancano i rifiuti potenzialmente pericolosi - e dove, specie di notte, il viavai dei furgoncini adibiti allo scarico è diventato una triste normalità. Qui, come hanno segnalato i cittadini, l'enorme discarica lunga diverse decine di metri, ha quasi totalmente ostruito parte della carreggiata, rappresentando così un pericolo anche per la circolazione stradale.

 

E via Sponzilli non è, ovviamente, la sola strada dove si registrano enormi criticità sul fronte del controllo del territorio da parte del Comune e delle forze dell'ordine. A via Comunale del Macello, in un'altra area della città che lamenta criticità equiparabili a quelle dell'area orientale, nonostante la bonifica di una precedente discarica dove erano stati accumulati grossi lastroni di amianto, si è formata una nuovo grosso accumulo di spazzatura e di materiali di scarto industriali. Di tanto in tanto qualcuna di queste discariche va a fuoco - o viene incendiata da chi pensa di disfarsi in questo modo dei rifiuti accumulati - sprigionando enormi e pericolosissime nuvole di diossina. 

«Ho denunciato personalmente l'assurda situazione di via del Macello - spiega l'attivista di Fatti di Napoletani Perbene Salvatore Catricalà - inviando diverse Pec agli organi competenti per segnalare la presenza di una discarica dove si stanno accumulando materiali come cavi di gomma, pneumatici ed elettrodomestici. A distanza di un mese dalla Pec la situazione continua a peggiorare e i rifiuti non sono stati rimossi. Come cittadini perbene, che pagano tutto quello che il Comune chiede di pagare, siamo molto arrabbiati nei confronti di questa amministrazione. Se il risultato che otteniamo è vivere in mezzo alle discariche c'è qualcosa che non funziona. Gli sversamenti illegali da parte di questi criminali vanno puniti, specie visto che si parla di reati ambientali.

Ci vogliono controlli, telecamere di sorveglianza e punire i soggetti che commettono questi reati. Come cittadini ci sentiamo presi in giro - conclude l'attivista - durante la campagna elettorale cercano consenso, noi glielo diamo, ma i risultati certamente non sono quelli sperati la terza città d' Italia».

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Il problema del conferimento abusivo di rifiuti nelle aree marginali delle grandi città non è un problema solo partenopeo ma riguarda quasi tutte le grandi metropoli italiane. L'inasprimento delle leggi contro gli eco-vandali, però, non sembra aver portato i risultati sperati. La legge 9 ottobre 2023 n.137, infatti, prevede a carico di enti, imprese e semplici cittadini sorpresi a sversare abusivamente rifiuti una pesante contravvenzione che parte da un minimo di 1.000 ad un massimo di 10.000 euro per lo sversamento abusivo di rifiuti. Sanzione raddoppiata in caso di abbandono di rifiuti pericolosi. La nuova legge, inoltre, prevede la trasformazione del reato da "semplice" reato amministrativo a reato penale, con tutte le conseguenze legali del caso. Ma in mancanza di effettivi controlli sul territorio anche la nuova legge rischia di restare lettera morta.

Lo scorso gennaio Asìa ha presentato a piazza del Plebiscito quaranta nuovi ispettori ambientali che, stando a quanto assicuravano palazzo San Giacomo e l'azienda incaricata della gestione dei rifiuti da parte del Comune di Napoli, dovevano fornire un contributo fondamentale ad arginare il problema dei conferimenti scorretti in città. Ad oggi, a oltre tre mesi dall'ufficializzazione dei nuovi ispettori Asìa, nonostante qualche sanzione elevata nel centro storico della città, l'area orientale - forse proprio quella che necessiterebbe per prima di un "giro di vite" sui controlli anche da parte delle forze dell'ordine - continua a lamentare di essere abbandonata e lasciata alla mercè dei criminali in furgone. Eco-vandali che ogni giorno attentano al decoro e alla salute di migliaia di napoletani che hanno come unica colpa la sfortuna di vivere fuori dai confini del centro storico della città. 

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