Costanzo Jannotti Pecci presidente Unione industriali di Napoli: «Eventi anche in periferia ma servizi da migliorare»

«Napoli è una metropoli investita da una crescita turistica esponenziale, cui non corrispondono ancora servizi e strutture adeguate»

Costanzo Jannotti Pecci
Costanzo Jannotti Pecci
di Gennaro Di Biase
Lunedì 15 Aprile 2024, 23:30 - Ultimo agg. 17 Aprile, 07:09
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Il presidente dell'Unione Industriale di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, interviene su uno dei temi più caldi del momento: i grandi eventi. 

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Napoli Racing Show, Napoli Running, Giro d’Italia: fanno crescere la città? 
«Si tratta, naturalmente di valutare per ogni circostanza pro e contro, a cominciare dall’impatto effettivo che l’iniziativa potrà avere per attrarre visitatori e rafforzare l’immagine della città».

Che tipo di indotto portano queste kermesse? 
«In primo luogo, in genere, c’è un incremento del fatturato di strutture ricettive e della ristorazione. La tipologia del segmento turistico attratto per quel determinato evento, poi, influisce a vantaggio del business di altre categorie di operatori e strutture, dall’artigianato d’eccellenza all’abbigliamento, all’impresa culturale e dello spettacolo.

Nel caso di Napoli Racing Show, la città ha visto l’arrivo di visitatori mediamente ad alta capacità di spesa e questo è in assoluto positivo». 

L’anno scorso si era aperto un dibattito sull’opportunità di ospitare eventi e fiere non sul lungomare ma alla Mostra d'Oltremare. Che ne pensa? 
«Dipende dall’iniziativa e dall’effetto di maggiore attrattività che, nel contesto dell’evento, il lungomare può determinare. In linea di massima sono d’accordo sulla necessità di evitare che manifestazioni sul lungomare provochino forti rallentamenti o paralisi del traffico, fenomeno che oltre che impattare sulla vivibilità della città finisce alla lunga per avere effetti boomerang anche sulla capacità di attrazione turistica. Le difficoltà nascono anche dal parcheggio in strada delle vetture dei residenti, concausa importante del deficit di viabilità, dovuto al fatto che la stragrande maggioranza dei garage pertinenziali sono stati, nel tempo, trasformati in costosi garage a pagamento. Per quanto riguarda la Mostra, è importante vi sia una programmazione che ne favorisca una crescita sempre più qualificata come location di eventi di alto livello nazionale e internazionale. Un obiettivo per il quale siamo impegnati anche come Unione Industriali».

Tornando a via Caracciolo, le grandi manifestazioni portano anche disagi, come successo tra piazza Sannazaro e la Riviera di Chiaia nell’ultimo weekend. Napoli è pronta, a livello di trasporti, per fare a meno delle auto nella zona lungomare? 
«Napoli è una metropoli investita da una crescita turistica esponenziale, cui non corrispondono ancora servizi e strutture adeguate. Stiamo cercando, fornendo la massima disponibilità per una fattiva collaborazione all’amministrazione comunale, di verificare soluzioni che permettano di migliorare l’attuale condizione, sicuramente non soddisfacente. In tale contesto, la realizzazione di grandi eventi determina inevitabilmente disagi per i residenti, ma ritengo che non vada demonizzata. Ribadisco: per ogni circostanza vanno esaminate con rigore le ricadute positive e negative. In altre città il problema è stato risolto o quantomeno attenuato dai parcheggi di interscambio e dall’incremento di servizi di trasporto pubblico nei giorni dell’evento. Napoli è una città, in termini di dimensioni territoriali, tutto sommato limitata, per cui favorire l’utilizzo del trasporto pubblico per i collegamenti tra collina e centro, sarebbe già un grande passo avanti in questa direzione. La situazione, ad esempio, della funicolare di piazza Amedeo, non aiuta». 

Come si fa a far crescere gli eventi che approdano a Napoli? La politica può intervenire al riguardo? 
«La politica, per la verità, sta contribuendo alla rinascita turistica e culturale del nostro territorio, per recuperarne lo standing di grande metropoli europea. Lo stesso G7 che si terrà a Capri in questa settimana si inquadra in questa direzione. Su un piano più legato all’integrazione tra cultura e turismo, penso ad esempio all’impegno del governo e del ministro Sangiuliano per un imponente intervento di riqualificazione di Palazzo Fuga e per la creazione del sistema museale nazionale del Vomero - Museo della Floridiana, Castel Sant’Elmo e Museo di San Martino. Insomma, c’è tanto cammino da fare, ma questa volta, anche grazie all'intelligente collaborazione tra istituzioni nazionali e locali, siamo sulla buona strada».

Napoli raccoglie quanto merita, per indotto turistico, o si può attrarre un target di vacanzieri più elevato? 
«Ho accennato alla mancanza di servizi, dagli evidenti problemi nel decoro urbano, alla segnaletica del tutto insufficiente e approssimativa, al deficit di strutture d’accoglienza. Ma proprio per aumentare l’offerta per una domanda più sofisticata, per turisti con maggiore capacità di spesa, sono in atto diverse iniziative, anche da parte di importanti gruppi privati. E questi sono segnali incontrovertibili e confortanti».

Servono più regole per l’accoglienza? 
«Non servono solo più regole, serve anche un maggiore controllo affinché vengano rispettate senza girarsi dall’altra parte come spesso vediamo fare. Dalla rimozione di auto in sosta vietata al contrasto ai parcheggiatori abusivi o agli eccessi di alcuni conducenti di taxi, fino al rispetto dei tempi di realizzazione di opere necessarie, ma i cui cantieri non possono restare aperti oltre le scadenze previste senza pagare dazio. Bisogna inoltre proseguire una politica, da poco avviata concretamente, di contrasto all’overtourism, a cominciare dalla proliferazione di baretti e tavolini sui marciapiedi».

Nei mesi scorsi si era parlato di un calmiere a b&b e case vacanza, sul modello Firenze. La situazione però sembra essersi arenata. Lei come si pone al riguardo? 
«Sono state definite delle misure, come Unione Industriali abbiamo chiesto di frenare questo fenomeno deteriore. Stiamo monitorando l’efficacia delle azioni avviate, pronti eventualmente a proporre con determinazione ulteriori provvedimenti. Se non si interviene per tempo il fenomeno dell’overtourism e delle sue peggiori e manifeste evidenze e caratteristiche, finirà per nuocere alla città, alla sua immagine e alla sua economia».

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