«Ormai la sanità della Campania vive di papocchi. Da 9 anni si è in attesa di normalizzazione con la nomina di un assessore, ma il presidente De Luca non si pone il problema, ed anzichè attribuire la delega crea, a firma del direttore generale della Salute, una cabina di regia di 3 manager a cui affida la funzione di supporto operativo alla stessa e alle sue unità dirigenziali. Insomma, una sorta di sovrastruttura che controlla quella ordinaria, con una motivazione allucinante, legata alla realizzazione dei processi attuativi del Pnrr e alle procedure di uscita dal Piano di Rientro, obiettivi difficili da raggiungere per carenza di personale. Il dizionario traduce papocchio in intrigo, imbroglio o pasticcio. Noi crediamo sia un pasticcio, ma pretendiamo chiarezza sulla decisione assunta».
Lorenzo Medici, leader regionale della Cisl Funzione Pubblica, non fa sconti. «Il Parlamento discute di autonomia differenziata e la Regione si inventa i poteri diversificati.
Il sindacato annuncia che, in forza del suo mandato di rappresentanza del personale e di soggetto contrattuale, chiederà formalmente di conoscere quante persone fanno parte della Direzione della Salute, tra addetti, staffisti, comandati e distaccati, visto che si sottolinea anche che mancano gli addetti. «Siamo - conclude il numero uno della Funzione Pubblica Lorenzo Medici - ad una fase decisiva per la sanità. Liste di attesa infinite, piano straordinario di assunzioni che non parte, posti letto inutilizzati e pronto soccorso (quelli aperti) superaffollati. E il presidente Vincenzo De Luca che continua a dare la colpa agli altri. Eppure da quasi un decennio comanda indisturbato. Se avesse voluto, avrebbe avuto tutto il tempo per orientare i giovani studenti verso il settore. Oggi avremmo professionisti a sufficienza, e meno disoccupati. Per questo riteniamo sia giunto il momento che anche il controllore venga controllato. Lo impone la democrazia. E il rispetto per una regione che non vuole nè papocchi nè balocchi».