Così la terra inquinata
sarà liberata dai veleni

Così la terra inquinata sarà liberata dai veleni
di Ettore Mautone
Sabato 25 Giugno 2016, 23:33
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 Non solo interventi sanitari di prevenzione e assistenza ma anche bonifiche, contrasto alle ecomafie e rivitalizzazione dell’economia dei territori. A prevederli è la legge quadro n. 6 del febbraio del 2014 che ha istituito un Comitato interministeriale per la prevenzione del danno ambientale e dell’illecito nelle aree della Terra dei Fuochi. Un lavoro deputato a mettere sotto la lente l’inquinamento delle matrici ambientali in provincia di Napoli e Caserta anche da radiazioni nucleari e mettere in campo azioni per restituire salubrità all’ambiente compromesso e valorizzare l’economia sana di questi luoghi.

Anche su questo fronte, come per il Piano sanitario di prevenzione, è al lavoro da mesi una Commissione di cui fanno parte, oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri che la guida, i rappresentanti di vari dicasteri (Salute, Coesione territoriale, Interni, Agricoltura, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Beni culturali), il commissario di Governo per i roghi, il corpo forestale dello Stato, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (Cra), l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Istituto superiore di Sanità, la Regione Campania, l’Arpac, l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise (Izsam), quello del Mezzogiorno e l’Università Federico II di Napoli.

Una squadra che sta andando avanti nel definire programmi e linee di intervento: già pronto il documento quadro su cui calibrare gli interventi in cantiere riguardanti, tra l’altro, le indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di telerilevamento, dei terreni destinati all’agricoltura. L’obiettivo è accertare l’eventuale esistenza di contaminanti causati da sversamenti e smaltimenti abusivi di rifiuti anche mediante combustione. In questo ambito è stata allargato il perimetro degli interventi e data uniformità alle indagini sui terreni agricoli svolte dal Commissario delegato nell’Area vasta di Giugliano e nei laghetti di Castel Volturno (già classificati Siti di interesse nazionale).

Perimetrazione dell’area di intervento, informazioni relative ai siti oggetto di indagini giudiziarie, supporto all’azione di risanamento del territorio da parte dei Comuni, unificazione delle informazioni istituzionali, interventi sulle zone circostanti le discariche, analisi nei suoli e nelle acque di falda, interventi di bonifiche e ripristino ambientale, rafforzamento delle misure di prevenzione antimafia e anticorruzione per le attività inerenti alla messa in sicurezza e la bonifica dei terreni, rivitalizzazione economica del territorio dell’Agro Aversano le principali azioni previste. Quest’ultimo punto diventa centrale considerando il rilevante danno all’immagine dei prodotti agroalimentari campani.

Letti in controluce, tuttavia, le analisi condotte dai due istituti Zooprofilattici con oltre 5mila campionamenti nell’ambito del progetto Campania trasparente, realizzati insieme all’Iss nell’area vasta di Giugliano, hanno portato a risultati convergenti alle luce dei quali le matrici ambientali e vegetali sembrerebbero non rappresentare un fattore di rischio per la salute pubblica. I risultati delle ultime indagini effettuate dal gruppo mostrano un quadro complessivamente confortante in particolare sotto il profilo della estensione territoriale delle aree dove è stato riscontrato un inquinamento tale da interdire i terreni alle produzioni agricole a fini alimentari. Tutte le aree finora interdette sono inoltre segnalate e costantemente monitorate dalle forze dell’ordine. L’attività di ricognizione degli interventi è proseguita per tutto l’anno a indicare linee guida comuni in ciascun intervento.

Uno dei nodi risolti riguarda le fonti di finanziamento ormai certe e attinte dai fondi Ue: si va dai contratti istituzionali di sviluppo al fondo di sviluppo e coesione, dalla riprogrammazione delle linee di intervento del Piano di azione coesione della Regione Campania ai fondi strutturali europei 2014-2020 a una quota del Fondo unico giustizia ai residui del Por Campania 2007-2013, finalizzati alla bonifica dei siti industriali e di terreni contaminati. Risorse anche dal Programma di sviluppo rurale Campania 2007-2013 per l’assistenza tecnica e dai fondi ordinari destinati agli interventi di messa in sicurezza e di bonifica anche se la Commissione non conosce, al momento, il dettaglio delle attività che la Regione intende effettuare nell’ambito dei finanziamenti compresi nel «Patto per la Campania» sottoscritto con il Governo il 24 aprile scorso.

In ogni caso le indagini per la mappatura dei terreni hanno adottato un modello scientifico per individuare criteri oggettivi di valutazione della salubrità dei terreni. Un modello che guarda principalmente alla possibilità del passaggio degli inquinanti dal suolo alla pianta, con il conseguente ingresso di sostanze contaminanti nella catena alimentare che non dipendono tanto dal contenuto totale, ma, soprattutto, dalle forme chimiche e mineralogiche in cui essi sono presenti. Un lavoro che mette a sistema tutti i dati sull’inquinamento di terreni agricoli e delle acque utilizzate a scopo irriguo e sulla localizzazione delle potenziali fonti di inquinamento raccolti, inseriti e organizzati in una apposita piattaforma informatica creata dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo denominata «Geoportale Terra dei Fuochi» integrata con i dati Ages di fotointerpretazione di immagini satellitari raccolti dal 1997 al 2011 (in alcuni casi anche del 2012).

Un’analisi lunga e complessa che riguarda circa 2.500 punti effettuata su tutto il territorio dei 57 Comuni indicando 5 livelli decrescenti di rischio potenziale di cui 7 risultati di rischio massimo, 40 di rischio appena più basso, 4 di livello medio e 1721 di rischio basso su cui sono stati calibrati i campionamenti in corso.
Un lavoro affiancato da controlli e sopralluoghi complicato dal fatto che in molti siti sono nel frattempo sorti palazzi, strade, edifici e impianti pubblici.
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