Don Fortunato che cosa contiene la denuncia che avete ricevuto presso la sede dell’associazione di Benevento?
«Ci mette a conoscenza di una serie di vicende che coinvolgono un sacerdote in particolare anche se ne vengono nominati degli altri».
Di che cosa si tratta?
«Brutte storie. Ma attenzione: non spetta a noi stabilire se sono vere o meno. Saranno i magistrati a cui abbiamo inoltrato la segnalazione a dirci qual è la verità. Noi abbiamo seguito anche in questo caso la nostra procedura».
Di quale procedura si tratta?
«Riceviamo la segnalazione che spesso, da tutta Italia, arriva anche al numero verde 800455270, facciamo naturalmente le nostre verifiche, e più verifichiamo e meglio è, poi la inoltriamo alla magistratura trattandosi di vicende che coinvolgono minori. A questo punto il nostro lavoro è finito e aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Pensate che in un solo giorno abbiamo segnalato 500 video pedopornografici. Dovrebbero essere arrestate decine di migliaia di persone per gli abusi su milioni di bambini. Ma questo, purtroppo, non succede. Intanto, continua a imperversare una campagna mediatica che tende a far credere che la pedofilia sia solo un problema del clero cattolico».
Invece non è così.
Colpa dei media?
«Non sono certamente gli organi di informazione che lottano la pedofilia, i crimini contro l’infanzia, l’impegno nell’ascoltare le vittime e accompagnarle anche per decenni nei processi, aiutare le famiglie. I media dovrebbero correttamente e coerentemente, con continuità, informare, sollecitare, mobilitare. Cosa che spesso non fanno»
«La polizia postale fa certamente un gran lavoro. L’uso di internet, oltre che costituire una base per comunicare del tutto nuova rappresenta una grande opportunità per ragazzi e bambini. Il web è una porta aperta dalla quale si può conoscere tutto il mondo ma da quella stessa porta può entrare chiunque e i minori sono molto vulnerabili. Per questo lavoriamo a stretto contatto con la polizia postale a cui giriamo tutte le nostre segnalazioni».
Il rischio più grande, dunque, corre sul web?
«Anche. La rete può essere usata, quale strumento di comunicazione, per finalità illecite, dannose e soprattutto pericolose per i più piccoli».
Che fare?
«L’unico rimedio è quello di favorire una nuova forma più consapevole dell’uso di internet, a tutela appunto dei minori, per proteggerli durante la navigazione e nella ricezione di posta elettronica». La situazione in Campania? «Piuttosto grave. I dati che emergono dall’ultimo convegno con il garante dell’infanzia parlano di centinaia di minori coinvolti in abusi. Una emergenza sociale che non può essere taciuta».
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