Universiadi ferme, arrivano
le prescrizioni per 70 impianti

Universiadi ferme, arrivano le prescrizioni per 70 impianti
di Luigi Roano
Domenica 22 Gennaio 2017, 22:56
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Sono arrivate dai tecnici della Fisu (Federazione internazionale sport universitari) le prescrizioni per i 70 impianti che dovranno ospitare le Universiadi del 2019 a Napoli e in Campania. Schede in inglese, molto dettagliate, che riguardano tutti gli impianti. A 888 giorni dall’inizio della kermesse - come ricorda il conto alla rovescia sul sito dell’Agenzia per i giochi - suonano come la sveglia agli organizzatori che in questi giorni saranno pure un po’ preoccupati per il silenzio del governo sui 100 milioni indispensabili per avviare la macchina organizzativa e ancora non finanziati. L’allarme lo hanno lanciato il presidente della Regione Vincenzo De Luca - che di milioni ne mette 170 - e il presidente dell’Agenzia Raimondo Pasquino.

Probabile che se ne parlerà anche in Kazakistan dove dal 29 gennaio prenderanno il via le Universiadi della neve ed è stato invitato il direttore generale dell’Agenzia per far capire cosa significa organizzare simili eventi e soprattutto come gestirli. Si, perché le prescrizioni, determinano i requisiti necessari per ospitare i giochi e soddisfarle significa mettere mano al portafogli e adeguare i 70 impianti agli standard internazionali. Senza fondi il rischio brutta figura o addirittura quello di perdere i giochi è elevato. Qualche esempio per capire di cosa si sta parlando. La piscina della Mostra d’Oltremare, l’unica dell’intero sud adatta ad ospitare la disciplina dei tuffi, necessita, tra le altre cose, dell’adeguamento del trampolino: solo per questa prescrizione ci vogliono ben 700mila euro. Che dovrebbero arrivare anche presto per aprire i cantieri visto che il tempo è un altro fattore determinante.

Per adeguare gli impianti servono la bellezza di 80 milioni e il tempo utile a fare i lavori, di qui gli allarmi e le preoccupazioni dell’Agenzia e del governatore. Giusto sottolineare che gli impianti verranno messi a posto ma non saranno rifatti ex novo, si tratta tecnicamente di manutenzione straordinaria. Un altro esempio, il più spinoso e quello sul quale sono catalizzate tante attenzione e dovrebbero essere dirottati molti soldi. Si deve rifare la pista di atletica, si devono aggiungere altre due corsie per il riscaldamento (chissà cosa ne penserà il patron del Napoli calcio Aurelio De Laurentiis che la pista voleva proprio toglierla dal suo progetto di ammodernamento dell’impianto di Fuorigrotta) e poi fare sale vip e altro utili per ospitare le due manifestazioni di apertura e di chiusura della kermesse.

Vero è che il San Paolo è già oggetto di lavori del Comune che riguardano gli spogliatoi e la tribuna stampa, ma quando si metterà mano e con quali fondi alla manutenzione straordinaria in funzione delle Universiadi? Restando nel capoluogo occorre ridare vita agli impianti disseminati in città per gli allenamenti degli atleti. C’è da rifare la pista di atletica - e non solo del Virgiliano - quindi gli impianti del Cus Napoli e tanto altro. Tra le prescrizioni c’è quella che riguarda i palazzetti dello sport che devono ospitare le gare di pallavolo: non c’è congruità sulle altezze rispetto agli standard internazionali.

Ma le Universiadi faranno tappa anche nel resto della Campania: a Salerno e provincia, allora, via al restyling, tra l’altro, dello stadio Arechi, che ospita le partite di campionato della Salernitana, del Vestuti e del Palasele di Eboli; nel Casertano coinvolti il Palamaggiò, il Palavignola, lo stadio Pinto, il tiro a volo Falco e il tiro a volo Raimondo; in Irpinia cantieri verranno aperti allo stadio Partenio, dove gioca l’Avellino, al palazzetto di Ariano Irpino e al palazzetto del Mauro; infine, nel Sannio, gli studenti-atleti si cimenteranno allo stadio Vigorito e al Palaparente. Il lavoro da portare avanti non manca quello che manca sono i soldi e se non si sbloccano i finanziamenti presto anche sui tempi si inizierà ad avere qualche problema.

Dopo gli allarmi lanciati da De Luca e Pasquino il governo rassicurerà sugli impegni presi attraverso un accordo di programma? Il sottosegretario Lotti che ha la delega allo Sport si farà vedere dalle nostre parti oppure convocherà una conferenza a Roma? Potrebbe essere l’occasione per la conferenza sul sud del 30 promosso dal governo per saperne di più sui giochi del 2019? All’ente di Santa Lucia sperano proprio di sì.

L’occasione è ghiotta in campo dovrebbero esserci 277 milioni tra fondi Ue tirati fuori dalla Regione e fondi del governo, investimenti che potrebbero portare sviluppo e posti di lavoro oltre che restituire a napoletani e campani impianti sportivi efficienti. Napoli ospiterà 15 mila persone solo tra atleti, organizzatori e addetti ai lavori. Sono 10 mila, in particolare, gli studiosi-atleti provenienti da più di 170 Paesi, che si cimenteranno in 19 discipline tra le quali atletica, basket, scherma, calcio, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, judo, nuoto, immersioni, pallanuoto, tennis da tavolo, taekwondo, tennis e pallavolo. Le Universiadi - nella sostanza - «non sono solo un fatto di impiantistica» ha ricordato Pasquino. Per i 70 impianti ci sono 80 milioni, al netto di questi, c’è la questione della logistica: organizzare le manifestazioni di apertura e chiusura, ospitare gli atleti sulle tre navi, gli spostamenti. Solo per questi ultimi ci vogliono 250 bus e 500 auto, poi la comunicazione.

In questi giorni Oleg Matytsin, presidente della Fisu ha spiegato bene cosa rappresentano le Universiadi: «Sono come un grande Festival, che consente ai giovani di entrare in contatto e giocare secondo le regole, concetto fondamentale soprattutto in questo momento storico».
Così come il numero uno della Crui (la Conferenza dei rettori italiani) Gaetano Manfredi ha assicurato: «Tutto il sistema universitario nazionale sarà in prima linea per sostenere questo evento. E naturalmente anche il sistema universitario campano, con i suoi 200mila studenti». Insomma le Universiadi per Napoli, la Campania e soprattutto per l’Italia sono la giusta opportunità per dimostrare che anche dalle nostre parti le cose si possono fare e anche bene.
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