Per Boldrini la storia va letta in un altro modo: il suo era un ruolo da «indipendente» dentro LeU. Ancora più tranchant sull'idea del nuovo partito della sinistra: «Era un progetto senza futuro», taglia corto.
La miccia, nel partito che il 24 novembre si troverà in assemblea costituente a Roma, parte da Milano: viene infatti dalla terra in cui Boldrini è stata candidata ed eletta (in 5 collegi plurinominali e uno uninominale) la lettera aperta che attacca l'attuale deputata LeU: «Cara Laura Boldrini, spero che per te il detto "mi faccio eleggere, poi chi si è visto si è visto" oppure 'le promesse che si fanno ai grulli, poi non si devono mantenere", almeno per te non valga. Spero insomma che la nostra comunità, per quanto piccola, sufficiente comunque per farti eleggere, non sia stata intesa solo come un autobus elettorale».
Boldrini si difende smarcandosi: «Da indipendente, non ho avuto nessun ruolo dirigenziale in Liberi e Uguali».
Ma le accuse del partito guidato da Pietro Grasso, continuano e sfiorano il tradimento: «Sai che alla comunità che ti ha eletto, è stato promesso che, dopo il 4 marzo, avreste tutti lavorato per costruire insieme un soggetto politico della sinistra, c'era scritto anche nel programma che avete presentato agli elettori..». L'ex numero uno di Montecitorio non ci sta e replica con realismo: «Il risultato del 4 marzo ha sancito una inequivocabile sconfitta del centrosinistra, compresa la lista di LeU che ha superato a stento il 3%. Come si poteva pensare di trasformare una sconfitta di quelle dimensioni in un partito? Era un progetto senza futuro». Il suo impegno resta, assicura, lavorando «per un'area progressista aperta».