La maratona di Matteo Renzi per le Europee parte ufficialmente oggi. Con la presentazione del suo ultimo libro che dal titolo è spunto della sua traiettoria politica: «Palla al centro», appunto. Una metafora tutta politica per occupare quello spazio mediano a cui lavora sin dalla nascita di Italia Viva. «Trovare una terza via tra i populisti del sovranismo come Meloni e Salvini e - spiega l'ex premier - i populisti della sinistra grillizzata come Schlein e Conte». E proprio il tour per la presentazione del libro (oggi a Roma, domani a Napoli) è la corsa stessa per le Europee. Passando, tra un mese (dall'8 al 10 marzo), per l'evento simbolo del renzismo: la Leopolda. Tutto pronto, quindi. Con l'obiettivo di verificare se ci sono i margini per costruire un progetto più ampio in cui far confluire le forze moderate in vista proprio del voto di giugno. Dove l'ex premier ci mette la faccia: si candiderà, quasi sicuramente, capolista in tutte le circoscrizioni. In barba a chi ipotizza la possibilità che il partito renziano non superi la soglia di sbarramento del 4 per cento.
Ipotesi che i vertici nazionali di Italia Viva scacciano via. «Il partito è pienamente in campo e Matteo Renzi sarà capolista in tutte le circoscrizioni con il nostro progetto politico che - ragiona Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Iv - è aperto a tutte le istanze dei riformisti: quelle che provengono dal mondo civico, popolare e liberaldemocratico. Siamo noi, insomma, la vera casa dei riformisti e abbiamo dato la nostra disponibilità a fare un fronte comune». E più che di chiusure, dopo il naufragio del progetto del Terzo Polo con Carlo Calenda, Iv è pronto ad aprirsi. A cominciare dall'adesione all'iniziativa del 24 febbraio lanciata da Emma Bonino. Appuntamento elettorale nato anche su spinta, tre settimane fa, di «Renew Europe» il rassemblement centrista fondato da Emmanuel Macron: «Ricomponete le fratture altrimenti perdiamo tutti», è stato più o meno il messaggio arrivato da Bruxelles ad Azione, Italia viva e +Europa. E proprio quest'ultimo partito si è fatto garante di un'iniziativa politica per ricomporre il mosaico. «Abbiamo aderito all'iniziativa lanciata dalla Bonino. Da noi di Iv - continua la Paita - c'è solo un convintissimo sì a chi voglia rafforzare questa campagna elettorale sui temi politici veri e non come un referendum politico. Noi non mettiamo e non metteremo veti e chi lo fa si assume la responsabilità di rompere l'unione dei riformisti».
È un messaggio nemmeno tanto velato a Carlo Calenda, il leader di Azione, che non vuole sentire parlare più di intese. «Comunque sia noi siamo tranquilli: il 4 per cento è a portata di mano e continuiamo nel frattempo le nostre interlocuzioni con i mondi civici», conclude la senatrice renziana.