Pellezzano, abusi sessuali sulla una volontaria minorenne: chiesto il carcere per 47enne

Il Riesame decide per l’aggravamento della misura cautelare su richiesta della Procura

La Cittadella Giudiziaria
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di Nicola Sorrentino
Giovedì 16 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 12:45
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Abusi sessuali su di una volontaria minorenne, con questa ipotesi di reato il Tribunale del Riesame applica il carcere ad un 47enne. L’applicazione resta sospesa in attesa della Cassazione. I giudici hanno accolto l’appello della procura di Salerno, con il quale veniva chiesto di aggravare la misura per l’indagato (allo stato ai domiciliari). I fatti si sarebbero verificati tra il 2021 e il 2022, a Pellezzano.

L’indagine partì dopo la denuncia della vittima, la quale aveva ricostruito i medesimi fatti durante un incidente probatorio. L’uomo risponde di violenza sessuale aggravata.

Stando a quanto ricostruito, il 47enne avrebbe costretto più volte la giovane, una volontaria che svolgeva servizio sotto la sua direzione, all’epoca 17enne, a subire ripetuti abusi sessuali.

Così come una serie di minacce, finalizzate a non raccontare quanto subito. Nella stessa inchiesta sono indagati a piede libero due collaboratori dell’uomo, per false informazioni al Pm.

In pratica, avrebbero negato di affermazioni o condotte allusive, a sfondo sessuale, che il loro titolare avrebbe esternato e avuto verso altre volontarie. Per la procura vi è il riscontro opposto, ottenuto da ulteriori testimonianze, come quelle di altri volontari che lavoravano in quel contesto associativo.

Stando alla denuncia, invece, l’indagato avrebbe più volte tentato di avere approcci sessuali con la vittima, riuscendo a palpeggiarla e a baciarla sul collo, più volte, in locali diversi della struttura. Come in garage, in bagno o in un camper, dove l’avrebbe condotta con la forza, tentando di abusare di lei. Il 47enne si era difeso, mesi fa, durante l’interrogatorio.

Aveva negato le accuse e giudicato come calunniose le parole di altri testimoni, sentiti durante l’indagine. Tuttavia, per il riesame i domiciliari, anche delocalizzati, sono inadeguati, pur se le condotte del 47enne siano cessate nel 2022. Ciò nonostante, gli eventi "ripetuti e non isolati" sottolineano la gravità della condotta dell’indagato verso la vittima, “debole e incapace a reagire”. L’uomo aveva sostenuto che era stata la ragazza, invece, a contattarlo più volte.

La violenza sessuale sarebbe stata provata, inoltre - oltre che dal narrato attendibile” della ragazza - anche da una diagnosi effettuata dal ginecologo privato. Gli accertamenti svolti, infatti, furono ritenuti compatibili con «un vissuto di violenza sia dal punto di vista fisico che psicologico».

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La giovane, dopo aver lasciato l’associazione, non aveva sporto denuncia. Se ne era convinta dopo, perchè - secondo la procura - non più in grado di reggere quel peso, che aveva avuto forti conseguenze nella sua quotidianità: dai rapporti in famiglia fino a quello con le amiche, infine a scuola. L’idoneità del carcere sarà ora al vaglio della Cassazione.

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