«L’antenna 5g non può essere installata per la presenza di una paziente oncologica e cardiopatica, occorre intervenire», è la presa di posizione di due avvocati che tutelano una donna valdianese. L’antenna è quella già al centro di numerose proteste a Sala Consilina nei mesi passati.
La scorsa settimana è stato depositato ricorso per provvedimento d’urgenza per ottenere un’ordinanza di sospensione e spostamento dell’antenna 5g la cui installazione è prevista a Sala Consilina in via Fieghi davanti all’abitazione di una persona gravemente ammalata e nei pressi di numeorse altre case, negozi e una scuola. Si tratta, nel caso della persona malata, di una portatrice di defibrillatore cardiaco.
A supporto del ricorso c’è una consulenza medico legale che spiega gli effetti a breve e lungo termine delle onde elettromagnetiche soprattutto per i malati di specifiche patologie gravi e portatori di apparecchi cardiaci con tanto di deposito di dettagliata consulenza tecnica. Il ricorso depositato dagli avvocati Massimo Puglia e Sandra Cupersito è stato proposto contro la società Inwind e Comune di Sala Consilina. Del ricorso si discuterà il 21 maggio al tribunale di Lagonegro. «È opportuno precisare - hanno rimarcato i due legali - che a salvaguardia della salute della signora, comunque per consentire l’installazione, sono stati proposti siti alternativi.
Contro l’installazione ci fu anche un consiglio comunale monotematico nel quale si era deliberato un tavolo di concertazione con la ditta e gli enti preposti per proporre una delocalizzazione in zone non urbanizzate e l’avvio immediato delle pratiche per la realizzazione di un piano antenne. Contro l’installazione è nato il Ruris, presieduto da Domenico D’Onza. Il ripetitore per la rete 5G dovrebbe sorgere a poche centinaia di metri dalla scuola di Fonti e da importanti realtà imprenditoriali. Tale antenna, con una potenza superiore ai 20 Watt, è prevista su un terreno di proprietà privata.
Nella zona insistono, inoltre, 4 attività imprenditoriali che occupano 250 dipendenti, senza contare - sempre stando a quanto sostenuto dal Comitato - i danni sull’estetica dell’area, alterando il paesaggio e sminuendo il valore di mercato degli immobili circostanti. Sempre a Fonti, inoltre, da tempo si stanno chiedendo monitoraggi per i cattivi odori che arrivano dalla parte orientale e montana della cittadina più popolosa del Vallo di Diano.