Caso falesia in assise a Camerota: «Sanatoria per evitare di perdere 5 milioni»

L’opposizione: «Ripristinare i luoghi come richiesto dal Tar» ma il primo cittadino non dice se andrà al Consiglio di Stato

Le esplosioni sulla falesia
Le esplosioni sulla falesia
di Antonietta Nicodemo
Sabato 27 Aprile 2024, 07:00
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«Sto valutando l’opportunità di impugnare dinanzi al Consiglio di Stato la sentenza del Tar, non ho ancora deciso», l’ha riferito il sindaco di Camerota Mario Scarpitta nella seduta di ieri del consiglio comunale, convocato su richiesta dei consiglieri di opposizione.

Una seduta sollecitata dal gruppo Uniti per cambiare dopo il verdetto del Tar che ha rigettato il ricorso del Comune contro la Soprintendenza, dichiarando illegittimi i lavori eseguiti sulla falesia. L’assise doveva deliberare sulla proposta della minoranza di attivare le procedure per sanare quanto realizzato, così come richiesto, a suo tempo, dalla Soprintendenza. Il rischio è di perdere i cinque milioni di finanziamento per il restauro dell’area che è stata interessata dai lavori di messa in sicurezza della strada del Mingardo. Ma andiamo per ordine, Scarpitta ha fatto eseguire gli interventi sul costone roccioso con un’ordinanza di somma urgenza e senza l’autorizzazione paesaggistica. Con una nota la Soprintendenza, fece sapere al sindaco che comunque era necessario tale permesso che, comunque, non fu richiesto. Allora ordinò al primo cittadino di eseguire l’accertamento di compatibilità, cioè verificare se le opere che aveva realizzato potevano essere sanate. Ma la procedura per la sanatoria non fu avviata, e il sindaco ricorse al Tar contro la richiesta di sospensione dei lavori della Soprintendenza.

Nel frattempo si è aperta la Conferenza di servizi per il progetto di restauro del sito: «Se non si avvia la procedura per la sanatoria si rischia di perdere il finanziamento», hanno chiarito durante la seduta i consiglieri di minoranza Domenico Spiniello, Marina Bagnano, Giada Cusati e Giuseppe Molfese. Ma la loro proposta è stata bocciata dalla maggioranza. Camerota ora attende di capire se il Comune impugnerà o meno la sentenza del Tar al Consiglio di Stato. Per il legale rappresentante del comune, l’avvocato Pasquale D’Angiolillo, ci sono i presupposti per ribaltare il verdetto del Tar che dichiara illegittimi i lavori eseguiti tra Cala del Cefalo e Cala Finocchiara, anche attraverso l’utilizzo di materiale esplosivo, per la messa in sicurezza della strada.

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«Il Comune - c’è scritto nella sentenza di rigetto - ha adottato i provvedimenti straordinari ostacolati dalla Soprintendenza al di fuori di qualunque iter istruttorio e motivazionale, procedendo ad interventi irreversibili, su un’area sottoposta a plurimi vincoli senza il supporto di documentazione specialistica al fine di accertare la sussistenza del pericolo concreto ed imminente». «Per la prima volta - ha chiarito in consiglio Scarpitta - sono stati eseguiti su quella strada, vitale per la nostra comunità, interventi a tutela dell’incolumità pubblica».

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