Crollo ex Cirio nell'area archeologica di Paestum, l’ipotesi: errate valutazioni nei lavori

Uno dei capannoni, sarebbe crollato a seguito della rimozione della copertura metallica, che teneva unito l’edificio, nonostante fosse ammalorato in più punti

Il crollo
Il crollo
di Antonio Vuolo
Giovedì 4 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 09:17
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Potrebbe esserci un errore di valutazione tecnico-operativa alla base del crollo di un muro perimetrale all’interno del cantiere dell’ex Cirio, a due passi dalla cinta muraria dell’area archeologica di Paestum.

Uno dei capannoni (circa 8 metri di lunghezza e alto 5), sarebbe crollato a seguito della rimozione della copertura metallica, che teneva unito l’edificio, nonostante fosse ammalorato in più punti. Dopo essere stata divelta con l’ausilio di un grosso escavatore, infatti, l’enorme muro ha perso consistenza ed è franato su sé stesso.

Si tratta dell’edificio vicino al parcheggio lungo via Magna Graecia, in località Santa Venere, destinato poi ad ospitare parte dei reperti archeologici attualmente stipati nei depositi del museo.

Fortunatamente, al momento del crollo, non c’era nessuno all’interno del cantiere.

L’intera area è interessata da lavori di restauro e riallestimento del museo del Santuario di Santa Venere, dell’ex stabilimento e della nuova porta di accesso al Parco e al Museo Archeologico di Paestum, finanziati dal Cipe per 20 milioni di euro. Resta, ora, da comprendere cosa è accaduto e cosa, eventualmente, non ha funzionato nell’esecuzione dell’attività. Sull’accaduto, intanto, il Parco Archeologico di Paestum-Velia, contrariamente a quanto preannunciato nelle ore successive ai fatti, non si è espresso. Nessuna versione ufficiale.

«Sulla base delle relazioni trasmesse il Ministero non ha ritenuto necessario procedere con un comunicato» ha, infatti, sottolineato il direttore Tiziana D’Angelo, precisando che in ogni caso «è tutto a posto». Nessun commento, almeno per il momento, sulla vicenda, anche da parte della direzione dei lavori. I lavori, iniziati a metà dello scorso novembre, hanno l’obiettivo di riqualificare l’ex fabbrica di pomodori “Cirio” che fu costruita nel 1907 in parte sugli antichi resti di un santuario dedicato ad Afrodite, la cui presenza è ancora oggi ricordata nel toponimo della zona Santa Venere.

Si tratta, nello specifico, come già comunicato a suo tempo dalla direzione del Parco, di lavori di «ripristino dello stato di conservazione dell’edificio, seppur in condizioni molto precarie, oltre alla pulizia dell’area esterna da rovi infestanti e vegetazione spontanea.

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Dopo la necessaria operazione di bonifica, bisogna eseguire la messa in sicurezza e l’allestimento del cantiere in tutto il lotto, con un’accurata preparazione delle murature storiche da restaurare, e lo smantellamento di eventuali strutture pericolanti, per poter avviare il restauro vero e proprio».

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