Salerno, la crisi della coop con 150 famiglie a rischio: «Servono più ore di lavoro»

Lettera del leader della Flavio Gioia di Salerno alle Istituzioni e non mancano le accuse: gli impieghi sono a chiamata, basta con personale non sempre specializzato

Lavoratori del porto a rischio licenziamento
Lavoratori del porto a rischio licenziamento
di Brigida Vicinanza
Mercoledì 17 Aprile 2024, 06:55 - Ultimo agg. 12:50
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«Il modello Salerno non è più un vanto per la portualità». Comincia così una lunga lettera indirizzata ad addetti ai lavori, politici, dirigenti della Regione Campania e del Comune di Salerno e che comprende anche le organizzazioni sindacali. Non una semplice missiva ma un grido di allarme e un inizio di uno stato di crisi che vede protagonisti i lavoratori portuali della cooperativa Culp Flavio Gioia che da anni e di generazione in generazione ha lavorato e continua a farlo – nonostante le difficoltà – all’interno del porto commerciale della città di Arechi. Questa volta potrebbero fermarsi e mettere di fronte ad una crisi sociale tutti i cittadini salernitani. Il dato è preoccupante e si traduce in «centocinquanta lavoratori salernitani a rischio licenziamento».

Ad accendere i riflettori è il presidente-console della cooperativa “Flavio Gioia” Vincenzo D’Agostino. I lavoratori portuali – in sintesi – prestano la loro manodopera durante i picchi di lavorazione delle imprese che lavorano proprio all’interno dello scalo portuale. Insomma, un lavoro “a chiamata” che sta pian piano diminuendo, lasciando proprio gli operatori in condizioni precarie. A riavvolgere il nastro è proprio D’Agostino che avverte del pericolo concreto e serio dei licenziamenti. Una bomba ad orologeria, in pratica, con la crisi sociale che ne potrebbe conseguire.

Equilibri che vengono a mancare, pezzi di un puzzle che svelano un quadro allarmante e anche confusionario. L’unica certezza è che alla ricerca di dialogo e soluzioni, fino ad oggi, c’è stato il silenzio. «La pesante perdita ordinaria registrata nell’anno 2023, oltre 650 mila euro - scrive D'Agostino - obbliga l’assunzione di provvedimenti: ricorso alla cassa integrazione per amministrativi e tecnici e apertura dello stato di crisi aziendale con decurtazione della retribuzione».

Una situazione che – stando ad alcune indiscrezioni – è dovuta anche all’impiego di personale non addetto (come ad esempio i lavoratori marittimi) la cui manodopera viene comunque “utilizzata” pur non essendo autorizzata. «A noi serve il lavoro – si legge - basta assunzioni da parte delle imprese operanti nel porto di Salerno, basta deregolamentazione con interscambio di manodopera, basta gestione dei picchi di lavoro senza ricorrere al personale della cooperativa, basta impiegare nelle operazioni portuali soggetti e lavoratori che non le possono svolgere. E’ finita, ci sono 150 famiglie che non hanno più futuro, la conseguenza di tutto questo sarà il licenziamento».

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La “colpa” è di un intero sistema che sembra non trovare il giusto equilibrio neanche attraverso la mediazione tra imprese, cooperative e addetti, tentata dal presidente dell’autorità di sistema portuale Andrea Annunziata: «Abbiamo fatto diverse riunioni negli ultimi mesi: il sistema dei lavoratori portuali come era una volta non c’è più. Ci si rivolge alla Culp quando ci sono picchi di lavoro e lo fanno solo imprese più piccole: così viene a mancare il lavoro. Ci sono stati momenti di transizione per aiutare questi lavoratori – ha dichiarato Annunziata – abbiamo cercato e cerchiamo di mediare, cercando anche collaborazioni con più imprese e sperando che ci sia una possibilità di convenienza ma è il mercato oramai che decide.

Siamo vicini a questi lavoratori e proviamo ad aiutarli, le imprese hanno sempre collaborato ma tra pandemia e crisi purtroppo sono subentrate altre difficoltà anche per loro». A mostrare solidarietà è anche Gerardo Arpino, segretario della Cgil di Salerno, da sempre al fianco dei lavoratori: «Abbiamo appreso dell'apertura dello stato di crisi della compagnia portuale. Essendo fortemente preoccupati della tenuta dei livelli occupazionali e salariali, ci siamo da subito adoperati in queste ore per richiedere un incontro urgente agli attori principali di questa nota per avere un tavolo congiunto con forze politiche e sindacati aziendali al fine di addivenire a un'intesa che tenga dentro la tutela dei lavoratori della compagnia portuale».

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