Era finito a processo con l’accusa di violenza sessuale nei riguardi della cugina, all’epoca dei fatti minorenne. Il dibattimento ha provato ora la sua innocenza, facendo emergere contraddizioni nel racconto di tutte le persone sentite, a partire dalla vittima, così come da chi era stato chiamato a ricostruire i contorni di quella vicenda. L’imputato, un uomo di 40 anni, è stato assolto con formula piena. Nel procedimento era difeso e assistito dall’avvocato Francesco Matrone.
L’episodio - secondo quanto ricostruito dalla Procura di Nocera Inferiore - risaliva al 22 giugno 2010, nel comune di Scafati.
Durante le varie udienze, erano stati ascoltati diversi testimoni, tra i quali anche un familiare, che aveva colloquiato con la madre della minore attraverso Facebook. Da quella conversazione - come fatto emergere dalla difesa - si era scoperto che la vittima aveva inventato tutto. L’approccio tra i due, insomma, non ci sarebbe mai stato. Chiamato a testimoniare in udienza, la persona in questione aveva negato di aver materialmente utilizzato quel profilo Facebook. Tuttavia, il contro esame della difesa avrebbe fatto emergere diverse contraddizioni, al punto da rendere il suo racconto inattendibile. Lo stesso era emerso dalle testimonianze della famiglia della ragazzina, anche per quest’ultima, diventata nel frattempo maggiorenne e chiamata dal tribunale a ricostruire quanto le sarebbe accaduto.
Ed è stato sui rapporti familiari che i testimoni sono caduti in contraddizione, fornendo elementi differenti rispetto alla fase preliminare dell’indagine, così come sulle modalità del fatto e sulla veridicità stessa di quella presunta violenza sessuale. Ragione più che sufficiente, per spingere il tribunale di Nocera Inferiore ad emettere sentenza di assoluzione per l’imputato. Toccherà ora attendere le motivazioni del collegio giudicante per comprendere al dettaglio il ragionamento dei giudici, per poi analizzare gli elementi che hanno fatto crollare l’ipotesi della Procura.