Anche l’agilità conta, in politica estera. Era il 28 maggio 2002 e Silvio, come gli altri capi di governo chiamavano Berlusconi, aveva 65 anni, una padronanza geniale dei meccanismi dei media e la confidenza diventata ormai una solida amicizia con George W. Bush e Vladimir Putin, i leader del mondo “pre-Cina”. Un istante prima del flash dei fotografi, con un balzo Silvio si tuffò tra i due e poggiando le sue mani sulle loro, suggellò con un sorriso sgargiante quello che all’epoca fu il miracolo di Pratica di Mare. Un’impresa lungamente voluta e preparata: l’associazione della Russia alla Nato sancita dalla Carta di Roma e sottoscritta dai 19 leader dell’Alleanza e da Putin. Un’intesa che spaziava dalla lotta al terrorismo alla gestione delle crisi, dal controllo degli armamenti alla collaborazione nel salvataggio in mare e nelle emergenze civili. Fu, forse, il suo maggior successo in politica estera, ma non l’unico.