Baby Reindeer, la serie Netflix sulla storia (vissuta davvero) dall'attore perseguitato da una fan: trama e curiosità

La vicenda è capitata all’attore Richard Gadd, che in un anno ha ricevuto 350 ore di vocali e 41 mila email da una ragazza

Lo scozzese Richard Gadd, 34 anni
Lo scozzese Richard Gadd, 34 anni
di Ilaria Ravarino
Venerdì 26 Aprile 2024, 00:29 - Ultimo agg. 27 Aprile, 08:09
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Tutto sbagliato, tutto vero, tutto reale. E dunque per niente politicamente corretto. Sembra quasi una reazione al clima moralmente ingessato di questi anni la storia di Baby Reindeer, serie Netflix in sette episodi balzata al primo posto delle preferenze degli abbonati italiani. In sintesi: storia di un maschio bianco e trans-fobico, il comico e barista Donny, molestato e stalkerizzato da una donna sovrappeso, la bugiarda seriale Martha, con evidenti problemi mentali. Lui, morbosamente incuriosito da lei, fino a un certo punto sta al gioco. Lei, invaghita di lui, se ne approfitta. Arrivando a mandargli, in un anno, 41.000 email, 744 tweet, 350 ore di messaggi vocali e 106 pagine di lettere. E oltre. 

LO SPETTACOLO
A complicare le cose, e ad accendere in questi giorni la curiosità (altrettanto morbosa) della rete, è che la storia di Baby Reindeer è vera: pur con qualche aggiustamento a nomi e caratteri, è la cronaca di quanto accaduto a Richard Gadd, l'attore scozzese 34enne che interpreta Donny, che della serie è anche autore.

Prima ancora di portarla in tv, aveva messo in scena la sua odissea a teatro, con uno spettacolo di un'ora e mezza con lo stesso nome (Baby Reindeer, “piccola renna”, è il nomignolo che gli era stato affibbiato dalla donna) in cui raccontava, usando anche le registrazioni dei vocali ricevuti, la persecuzione da lui subita da parte di una fan. «All'inizio tutti al pub pensavano che fosse divertente che avessi un'ammiratrice, poi ha iniziato a invadere la mia vita, seguendomi, presentandosi ai miei concerti, aspettandomi fuori casa, inviando migliaia di messaggi vocali ed e-mail», ha raccontato in un'intervista al The Times. 

LE PATOLOGIE
Ma nella finzione televisiva va ancora più a fondo, scavando nella banalità di un male che evidentemente appartiene a entrambi i personaggi. Lei, interpretata dalla bravissima Jessica Gunning, è una bugiarda patologica che si spaccia per avvocata, finge di avere nell’i-phone i numeri dei potenti del mondo (finge persino di averlo, un i-phone), violenta e aggressiva. Su TikTok c’è chi le riconosce una precisa patologia, “borderline ed erotomania”. 

Ma anche lui non scherza: Gadd si auto-rappresenta come un uomo in crisi, un comico che non fa ridere, che vive in casa della madre della ex fidanzata, attratto da Martha perché l’unica, in fondo, che gli dia attenzione. Attratto per curiosità e per vanità. E non manca chi - sempre in rete - lo attacca, accusandolo di aver assecondato la stalker solo per avere materiale “buono” per uno spettacolo. 

LE MOLESTIE
Lui si difende e assicura di aver protetto l’identità della vera stalker («Non può riconoscersi nel personaggio e non l’ho più sentita dai tempi dello spettacolo»), ma le polemiche non sono finite qui. Di recente infatti Gadd ha dovuto pubblicare un post per scagionare dai sospetti il collega sceneggiatore e regista Sean Foley, oggetto di pesanti critiche in rete dopo che alcuni spettatori di Baby Reindeer si erano convinti che fosse lui l’autore delle molestie subite, e denunciate da Gadd, nel corso del quarto - rivelatorio - episodio della serie. 

L’EPISODIO
Un atto di violenza, perpetrata da un collega più anziano, accaduta a Gadd nella vita reale. E che chiarisce le ragioni del suo comportamento con Martha nella serie: «Una delle conseguenze più comuni per chi viene abusato è l'auto-colpevolizzazione. Ho vissuto per molto tempo in una prigione di odio e autopunizione. Ma scrivendolo, ho imparato a volermi più bene». Inutile l’appello ai fan, scatenati in una caccia al mostro: «Smettete di cercare di capire chi siano in realtà i personaggi dello show». Fermare lo stalking, sia pure quello del proprio pubblico online, non è mai facile. 

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