Stanco e deluso per come era andata a finire pochi minuti prima sul prato del Bernabeu, Zambo Anguissa ha lanciato un messaggio confortante sul momento del Napoli: «Adesso si vede che giochiamo tutti insieme, da squadra. Uno per tutti e tutti per uno. La forza della squadra è la squadra stessa». Fa un certo effetto sentirlo dire da Zambo, pretoriano di Rudi Garcia, che lo chiamava “bimbo” perché lo aveva allenato in Francia quando era giovanissimo. È chiaro: il Napoli, bellissima squadra durante la gestione Spalletti, non c'era più. Garcia non aveva saputo tenerlo in pugno, i risultati altalenanti - non in assoluto negativi: Rudi ha lasciato il Napoli al quarto posto e a un punto dalla qualificazione Champions, la stessa attuale situazione - avevano fatto il resto.
I primi 180 minuti della nuova gestione danno questa indicazione, la vera certezza per Walter Mazzarri, al di là dei pregi e dei difetti della squadra. I primi si vedono soprattutto in attacco, dove il livello salirà col rientro a pieno regime di Victor Osimhen: gli azzurri hanno perso due volte contro il Real Madrid ma hanno segnato 4 reti. Gli altri si notano chiaramente in difesa, dove troppa libertà viene lasciata agli attaccanti, siano quelli del Real o quelli dell'Empoli. È stato un errore strategico puntare su un centrale acerbo come Natan, alla prima esperienza europea, per rimpiazzare Kim Min-jae, primo difensore nella classifica del Pallone d'oro 2023, e inevitabilmente se ne pagheranno le conseguenze.
Si riparte da questa certezza, dunque: il gruppo ritrovato. Mazzarri, uno della vecchia scuola, sa bene che queste sono le ruote più importanti del carrozzone.