Napoli-Roma 2-2, è flop difesa: «Siamo stati troppo distratti»

«Potevamo e dovevamo fare di più, inutile nasconderlo»

Tutt la disperazione di Juan Jesus
Tutt la disperazione di Juan Jesus
di Angelo Rossi
Lunedì 29 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:10
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Al novantesimo di Napoli-Roma le parole pronunciate in settimana da Francesco Calzona risuonano sinistre, per non dire beffarde: «La squadra non ha voglia di difendere». Un atteggiamento inconscio sbagliato, ma azzeccato: la fotografia della sfida di ieri al Maradona è proprio nelle due papere del reparto arretrato che hanno condizionato per l'ennesima volta la prestazione e il risultato. Se non bastano nemmeno due gol per battere la Roma, perché se ne regalano altrettanti, allora è più facile dare risposte a chi fa domande sul perché di tante disattenzioni.

Il mea culpa di Meret 

Alex Meret, poverino, ne ha beccati due su tre tiri subiti.

Una maledizione, o anche una costante se volete. Forse avrebbe potuto di più sull'azione del pareggio finale: si sa che la Roma prepara i calci d'angolo cercando la deviazione sul primo palo, aveva fatto gol in questa maniera anche tre giorni prima a Udine. L'allergia ad uscire lo ha tenuto inchiodato sulla linea di porta, chissà se poteva metterci una pezza. Il portiere, beato lui, vede il bicchiere mezzo pieno: «Buona prestazione, ci fanno piacere i complimenti del presidente che ci ha salutato negli spogliatoi. Dispiace non vincere una partita del genere, dopo che eravamo stati bravi a rimontare, ma sull'azione del secondo gol della Roma siamo stati troppo disattenti. Abbiamo anche concretizzato poco, rispetto a quanto costruito durante la partita, in questa stagione purtroppo è capitato spesso di non vincere pur giocando bene, un anno fa invece accadeva esattamente il contrario».

C'è più rabbia o frustrazione per i tanti punti lasciati colpevolmente per strada? «Mettiamoci anche i rimpianti, che sono tanti, forse troppi, è un misto di tutte queste sensazioni negative. La nostra stagione non è per niente positiva, ne siamo perfettamente consapevoli anche se l'impegno non è mai mancato. È stato toccato il fondo contro l'Empoli ma non si può rimediare adesso, la speranza è quella di ripartire da questa partita e chiudere la stagione in maniera più dignitosa. Potevamo e dovevamo fare di più, inutile nasconderlo, non so nemmeno dire se il ritiro è servito, subiamo troppo in fase difensiva, questa è la verità».

 

La coperta corta 

Il peccato mortale del Napoli di quest'anno si chiama appunto difesa. Distratta, mai sul pezzo con la ferocia e la determinazione di un anno fa, senza alcun punto di riferimento essenziale adesso che s'è eclissato anche Di Lorenzo, stanco d'accordo ma lontano anni luce dal leader scelto da Spalletti per comandare la truppa in campo e fuori. Disattenzione? Vogliamo chiamarla così oppure ingenuità quella di Juan Jesus, uno che magari non sarà un fenomeno ma dal quale non ti aspetti un errore tanto sciocco quanto inutile: con Azmoun spalle alla porta trova comunque il modo di abbatterlo e di regalare il rigore alla Roma. Non il primo scivolone del brasiliano, crocifisso dalla trasferta di Cagliari per via del gol regalato a Luvumbo in pieno recupero ma non solo: da allora è iniziato un calvario che purtroppo per lui sta presentando il conto in ogni gara. Le riflessioni che riguardano il reparto arretrato somigliano tanto al discorso della coperta corta: per un difensore ritrovato, un altro che puntualmente si perde. Olivera ad esempio, al rientro da titolare dopo l'infortunio, ha sbagliato poco e indovinato il tiro giusto, con carambola, per pareggiare la sfida. L'altro errore decisivo della serata, quello che proprio non ti aspetti al novantesimo, è del capitano Di Lorenzo, lento come pochi a indovinare la risalita giusta sul calcio d'angolo: dal campo s'è intuito subito che la posizione di Abraham era regolare proprio a causa dell'errore del terzino. Poi si potrebbe obiettare anche sull'opportunità di Calzona di mettere dentro Ostigard proprio in occasione del corner decisivo ma non è lui che si fa saltare in testa, c'è un errato posizionamento di quasi tutta la linea difensiva che legge l'azione in ritardo. E purtroppo non è la prima volta che accade, anzi... 

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