Scudetto Napoli un anno dopo: dov'erano i tifosi azzurri

Il ricordo dei festeggiamenti a un anno esatto dal trionfo

La festa scudetto
La festa scudetto
di Ferdinando Gagliotti
Sabato 4 Maggio 2024, 18:00 - Ultimo agg. 5 Maggio, 14:04
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Trecentossessantacinque giorno dopo resta solo il ricordo. E hai detto poco: il 4 maggio 2023 resta una data scolpita nella mente dei tifosi del Napoli, e non c’è crisi che possa rovinare quelle sensazioni. Un anno fa quella gioia, che aveva iniziato già da qualche tempo a colorare la città, esplose definitivamente al triplice fischio della sfida con l’Udinese. Ma dov’erano, e come festeggiarono, i tifosi azzurri al gol di Osimhen che valse la matematica certezza del tricolore?

«Mi trovavo dai vicini - ricorda Pasquale, con l’azzurro nel cuore da sempre - e aspettavamo solo la fine della partita di Udine. Al fischio finale ci siamo lasciati travolgere dall’emozione con spumante e pasticcini. Inutile dire che avevano un sapore molto particolare». 

Vero, vincerlo in casa propria avrebbe avuto tutto un altro gusto. Ma anche trovarsi al Maradona, a guardare il match dai maxischermi, non fu niente male. Come ricorda Matteo: «Al gol di Osimhen esultammo come se lo avessimo avuto davanti ai nostri occhi. Ero in Curva B con la mia fidanzata e gli amici, in quel momento capimmo che stava davvero succedendo. Una goduria incontenibile esplosa alla fine della partita, trascinata fino a piazza del Plebiscito».

Non c’era effettivamente un angolo della città che non fosse contaminato dalla festa: dallo stadio al centro storico, nessun quartiere escluso. «I miei festeggiamenti sono partiti da casa mia, dal cuore della città - racconta Emiliano, residente in largo Tarsia - e per la strada ho incontrato parenti, amici, colleghi: da una piazza all’altra, è stato magico».

E quanti tifosi, nati troppo tardi per godersi quelli firmati da Maradona e compagni, attendevano questo trionfo per capire cosa si provasse davvero. Come Gabriella, appena ventenne: «Mi ricordo che quella sera l’ho trascorsa tra i tifosi, fuori lo stadio, a cantare a squarciagola i cori della nostra squadra». O Marco, suo coetaneo: «Ero ai Quartieri Spagnoli, ad assistere alla partita proiettata proprio sulla sagoma del murale di Diego.

Come faccio a esprimere quell’emozione, in quel contesto? Anche solo tornare a quei momenti con il pensiero è un qualcosa di indescrivibile».

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