Lavori e liti condominiali: i rumori sono tollerabili? Glielo dico quando non ci sono più

I "suoni" di ristrutturazioni e simili sono una delle cause più frequenti dei problemi con i vicini, ma è difficile stabilire fino a quando si devono sopportare

Lavori e liti condominiali: i rumori sono tollerabili? Glielo dico quando non ci sono più
di Marco Barbieri
Mercoledì 8 Maggio 2024, 16:58 - Ultimo agg. 9 Maggio, 07:36
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I rumori sono da sempre una delle cause più frequenti delle liti condominiali. E non c’è sempre un giudice a Berlino. E nemmeno a Roma.

L’articolo 844 del codice civile stabilisce soltanto che non si possono impedire i rumori che non superino la “normale tollerabilità”. Non riuscire a sentire la propria televisione, o essere impossibilitati alla comunicazione – se non quella gestuale – con i propri familiari è indice di un rumore oltre la “normale tollerabilità”? Il quesito posto alla vigilanza urbana di Roma – dopo giorni di disperazione per un vicino molesto che sta ristrutturando il proprio appartamento: si può usare tutto? Anche la dinamite? – ha trovato un simpatico rimpallo di risposte, anche quando mi hanno sfondato il soffitto. «Se hanno rotto il muro chiami i vigili del fuoco». Che infatti sono arrivati, solerti e numerosi (chissà perché in quattro?) a verificare il danno e a imporre il ripristino. Ma anche loro impotenti di fronte alla domanda: «Ma i rumori dei giorni scorsi non possono essere parenti dello sfondamento di oggi?». La risposta: «Chieda ai vigili urbani». Lo richiedo. Ma alla sezione della vigilanza urbana responsabile del settore Edilizia mi rimbalzano: «Noi qui facciamo solo il controllo dei titoli. Se hanno avuto l’autorizzazione ai lavori non ci possiamo fare nulla. Chieda ai nostri colleghi della sezione Ambiente». Eccomi alla nuova telefonata. E alla risposta: «Bella domanda, qual è la soglia di tollerabilità?». Alla nuova sollecitazione, ecco una variante di risposta: «È una valutazione che compete all’Arpa».

Nulla a che vedere con lo strumento musicale, ovviamente. È l’ente a supporto della Regione, per le attività tecnico-scientifiche a difesa dell’ambiente. E il rumore è inquinamento ambientale, non c’è dubbio. Domanda: allora mi può dare il telefono dell’Arpa Lazio? Risposta dalla vigilanza urbana: «Non saprei. Guardi sul sito. E poi tenga conto che se escono, arriveranno tra tre mesi». Imploro: «Ma voi non potete venire?». Dopo venti giorni – quando il peggio è passato – arrivano due vigili urbani e constatano un discreto silenzio, allargano le braccia. Più o meno mi augurano di avere dei vicini educati. Torna in mente uno degli aforismi che hanno reso la memoria di Giulio Andreotti trasversale (a prescindere da tutto): «I vicini non si scelgono». E non è detto che siano educati, purtroppo.

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