Incidente a Napoli, nella strada killer dossi rallentatori autorizzati e mai realizzati

Il 24 marzo la giunta comunale ha deciso di creare strisce pedonali rialzate. poi la burocrazia ha bloccato tutto

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Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Lunedì 6 Maggio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 7 Maggio, 20:00
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A Napoli, a cento metri esatti dal luogo dove il suv ha travolto e ucciso Sara Romano avrebbe dovuto esserci un dosso rallentatore, previsto proprio per imporre alle auto di non sfrecciare a forte velocità. I lavori per realizzare quelle strisce pedonali rialzate sono stati approvati dalla giunta comunale lo scorso 25 marzo, 40 giorni fa, ma quei dossi, che avrebbero potuto salvare la vita alla ventunenne, non sono stati ancora realizzati. 

È drammatico mettere in fila il percorso della burocrazia poche ore dopo la morte di una giovanissima donna, è doloroso leggere che il pericolo era noto e che s’era anche messa in moto la macchina per evitare tragedie, è agghiacciante scoprire che una burocrazia meno lenta avrebbe potuto cambiare il destino di Sara.

Via Pasquale Leonardi Cattolica fa parte dell’ultimo elenco di strade sulle quali il Comune ha deciso di portare più sicurezza.

A Napoli la maniera più efficace per fermare i fanatici della velocità è quella di predisporre strisce pedonali rialzate che costringono gli automobilisti a rallentare. Attualmente sono già sedici i percorsi cittadini sui quali sono stati costruiti i dossi a partire dal 2020, e su tutte le strade dove sono stati installati, i risultati in termini di riduzione di incidenti sono plateali.

S’iniziò da via Diocleziano e via Bagnoli quattro anni fa, sulla scorta del database della polizia municipale che contiene tutti i dettagli di tutti gli incidenti stradali di Napoli. Sono state cerchiate in rosso le vie a maggior rischio per la mortalità e si è proceduto con metodo: nel 2021 dossi anche su via Montagna Spaccata, via Arenaccia, piazza Poderico, corso Novara e via Petrarca; nel 2022 su via Miano. Nel 2023, dopo la sequenza infinita di investimenti nella zona del lungomare, sono state create strisce pedonali rialzate a via Caracciolo, viale Dohrn, piazza Sannazaro, ma anche a via Santa Teresa e, più in alto, al corso Amedeo di Savoia. Infine, a novembre dell’anno scorso s’è proceduto anche su via Mario Palermo.

A caccia di sicurezza sempre maggiore, però, la polizia municipale ha chiesto alla giunta comunale di ampliare l’elenco delle strade da tutelare: Corso Vittorio Emanuele, via Terracina e, appunto, via Pasquale Leonardi Cattolica.

La prima richiesta all’Anm viene spedita il primo dicembre del 2023: presentateci un progetto di realizzazione di strisce pedonali rialzate su queste altre tre strade. A dicembre Anm non risponde al Comune, così da palazzo San Giacomo parte un sollecito il 20 febbraio di quest’anno. Finalmente arriva una risposta: c’è il progetto e il Comune spiega che nell’ambito dell’accordo annuale da 900mila euro con Anm per la segnaletica orizzontale, rientrano anche i fondi per questi interventi. Bisogna solo procedere. È il 24 di marzo quando sindaco e assessori deliberano di «demandare agli uffici competenti l’attuazione del presente atto». Da quel giorno non accade più nulla.

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Da Anm il direttore generale Francesco Favo spiega che da Palazzo San Giacomo il placet definitivo è arrivato solo lo scorso 18 di aprile e che sono in corso le procedure per la ricerca dei materiali e dell’eventuale ditta per il subappalto.

Nel frattempo restano senza dossi altre tre strade killer di Napoli, Corso Vittorio Emanuele, via Terracina e via Cattolica. Il report sull’incidentalità in questi percorsi della città è impressionante: solo su queste tre strade, negli ultimi quattro anni si sono verificati 417 incidenti stradali che hanno causato in totale 294 feriti. Ma il dato più impressionante sono gli otto morti, compresa la povera Sara.

Adesso è l’ora di agire, in fretta. 

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