Torture al carcere Beccaria, il pestaggio di un 15enne ripreso dalle telecamere: le scene cruente nelle immagini diffuse

Due degli agenti, poi, stando alle imputazioni, lo avrebbero spinto «contro il muro» e colpito «ripetutamente alla testa e al torace» fino a «farlo cadere a terra»

Torture al carcere minorile di Beccaria
Torture al carcere minorile di Beccaria
Lunedì 29 Aprile 2024, 19:27 - Ultimo agg. 30 Aprile, 10:00
2 Minuti di Lettura

Torture al carcere minorile di Beccaria. La «scena cruenta» di un pestaggio ai danni di un detenuto di 15 anni, con tanto di fotogrammi delle violenze riprese dalle telecamere interne, è contenuta in un'annotazione del 15 marzo scorso, redatta dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano su presunte torture e maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria, che una settimana fa ha portato in carcere 13 agenti e alla sospensione di altri otto colleghi.

Processo Regeni, parla il medico legale: «Bastonate sui piedi e bruciature sul corpo»

I pestaggi

Nell'annotazione degli investigatori si parla, in particolare, dell'episodio avvenuto l'8 marzo scorso, una delle imputazioni contenute già nell'ordinanza cautelare.

Quel giorno il 15enne, che in precedenza si era procurato dei tagli «sulle braccia», sarebbe stato prima «condotto fuori dalla cella» da quattro agenti e poi trascinato per le scale, «tirandolo anche dal braccio sanguinante», da uno di loro.

Le accuse

Due degli agenti, poi, stando alle imputazioni, lo avrebbero spinto «contro il muro» e colpito «ripetutamente alla testa e al torace» fino a «farlo cadere a terra». A quel punto uno degli agenti lo avrebbe colpito, quando era a terra, ancora «con numerosi calci». Nell'annotazione, depositata agli atti dell'inchiesta dell'aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena e condotta anche della Squadra mobile, vengono ricostruite fotogramma per fotogramma le fasi delle presunte violenze e si legge che i quattro agenti erano «in abiti civili», ossia senza divise.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA