Non c’è pace a viale Mazzini. Ad imbizzarrire il cavallo rampante della Rai, stavolta è il 25 aprile. O meglio il monologo per la Liberazione che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto recitare ieri sera, durante il programma di Rai3 Chesarà. Un intervento che, come denunciato in mattinata dalla conduttrice Serena Bortone con un post su Instagram, è però stato «annullato» senza che le fossero fornite «spiegazioni plausibili», nonostante la partecipazione di Scurati fosse già stata resa pubblica attraverso un comunicato. Lo stop è velocemente rimbalzato sui social, scatenando chi parla ormai da mesi di TeleMeloni. Tant’è che Pd e M5s hanno subito additato la vicenda come censura e la presidente della Commissione di vigilanza Rai, la 5S Barbara Floridia, ha chiesto spiegazioni all’azienda. La lettura è però rigettata da Paolo Corsini, direttore dell'Approfondimento Rai, incaricato di chiarire la faccenda: «Nessuna censura. La partecipazione di Scurati non è mai stata messa in discussione. Sono in corso accertamenti di natura economica e contrattuale». Secondo la tv pubblica infatti, sarebbe stato lo scrittore a chiedere una cifra giudicata elevata (1.800 euro, al posto dei 1.400 proposti dalla Rai) per un minuto di intervento che, spiegano da viale Mazzini, sarebbe addirittura dovuto essere gratuito. Il motivo? Il monologo aveva anche funzione promozionale per lo scrittore, in vista dell’uscita di un documentario realizzato per Amazon Prime.
LA RISPOSTA
Anche questa versione è contestata da chi vede nello stop la malafede della Rai (e del governo), citando una nota interna che riporta come la partecipazione sia stata annullata per «motivi editoriali».
LE POLEMICHE
A sera è arrivata la replica dello scrittore famoso per la serie di libri “M”, incentrati sulla vita di Benito Mussolini, con una lettera indirizzata al quotidiano La Repubblica. «Il mio pensiero su fascismo e postfascismo doveva essere silenziato», attacca Scurati, spostando «il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso». «Un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo - conclude - Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?»
Difficile pensare che sia finita qui. In attesa delle probabili conseguenze disciplinari per la conduttrice Bortone («È una dipendente Rai e non è autorizzata a parlare sui social dell’azienda» si sente a viale Mazzini) che ieri ha però infine letto il monologo di Scurati in diretta, a dominare il dibattito sono le voci levatesi da ambo le parti. Se l’Anpi vede nell’episodio «un fatto gravissimo» e l’opposizione tutta (Pd, M5s, Azione, Iv e Avs) concorda nel chiedere spiegazioni, Alfredo Antoniozzi di Fdi, si fa portavoce dei suoi colleghi: «Scurati è uno di quegli autori molto intelligenti che, con la Destra al governo, sanno di poter fare marketing vendendo libri e incassando soldi dalle apparizioni pubbliche».