C’è del nuovo in città e porta il nome di My Seacret. Un progetto ambizioso, un’avventura nella Napoli che cambia senza perdere le proprie radici. È arte e cultura gastronomica. A pochissimi passi dal lungomare, ma lontano dalla via vai dei turisti. Lungo la storica via Chiatamone a Napoli, nel punto esatto in cui la strada apre uno squarcio panoramico verso il mare e l’isola di Capri. Un nuovo ristorante che sa interpretare l’essenza contemporanea della città, reso speciale da un forte legame con il mondo dell’arte. My Seacret è infatti parte di un più ampio progetto che combina la ristorazione fine dining con il linguaggio dell’arte, con l’esposizione continua e permanente di quadri, fotografie e sculture di artisti napoletani.
«Crediamo molto nel progetto, perchè è altamente innovativo» - dice Antonella camera, uno dei soci di GMGroup - «Vuole creare un legame forte tra arte e cucina.
Questo mese il ristorante ospita il progetto “Il Segreto di Cartapesta” di Pasquale Manzo in esposizione per Le Voci Di Dentro.
«Ho creato un percorso su tre livelli, il primo è dedicato al fuoco, che rappresenta distruzione ma anche fertilità». - racconta l'artista e curatore della mostra Pasquale Manzo - «Poi c'è l'aria, con tutte le figure oniriche, leggere, che ascendono al cielo. E l'ultimo livello è dedicato al sacro, inteso come sacrificio, il cui protagonista è San Gennaro».
Protagoniste sono le sculture e i quadri in cartapesta, dall’allure onirica e impalpabile, che rappresentano le maschere e i simboli iconici di Napoli: tra le opere più apprezzate di Pasquale Manzo c’è il San Gennaro, realizzato in cartapesta e foglia d’argento, una figura esile e oblunga che guarda verso l’alto, caratterizzata da un taglio nel corpo centrale che lo scultore utilizza per rappresentare le viscere della città e del martirio del Santo patrono. Dalle forme tondeggianti e leggere è invece il Pulcinella che Manzo raffigura con un corpo a forma di uovo, simbolo di fortuna e fecondità secondo la tradizione campana, e lunghe braccia che sembrano protendere verso l’alto nel tentativo della maschera di elevarsi verso il cielo.
«Io lo chiamo il Pulcinovo, e nasce dall'antica leggenda napoletana che vuole il Pulcinella nato da un uovo». - spiega l'artista - «Il Pulcinovo è diverso da quello della nostra tradizione, non ha quel lato grottesco, non è quella figura atta a soddisfare i suoi bisogni materiali. È leggero, ma allo stesso tempo non ha mai tutti e due i piedi a terra, il che simboleggia la precarietà della vita, l'incertezza».
Tra le opere il Pinocchio lavorato con cartapesta e calce e rifinito con smalti e foglie d’oro, con cui l’artista vuole rappresentare l’italianità e il mondo dei Balocchi a lui tanto caro. Chiudono l’esposizione le grafiche raffiguranti il Vesuvio, vere e proprie esplosioni di colore realizzate su carta Fowa Richard 100% cotone di colore bianco naturale e in edizione limitata, numerati e firmati dall’artista e racchiusi nelle eleganti cornici GM Group.
Il progetto nasce da un’intuizione di GM Group, azienda napoletana leader nella produzione di cornici artigianali di alta qualità, 100% italiane, proprietaria da qualche anno anche del brand Le Voci di dentro, galleria e piattaforma online dedicata al design e alla produzione artistica contemporanea. My Seacret è un piccolo ristorante di cucina gastronomica con soli 22 coperti distribuiti su due livelli e cucina a vista. Un ambiente che accoglie con eleganza e che ha la capacità di cambiare ogni volta e sorprendere con un nuovo allestimento. Periodicamente infatti le pareti e i tavoli di My Seacret accolgono le opere di un artista de Le Voci di dentro. Il ristorante diventa galleria d’arte, occasione di conoscenza e d’incontro con la vivace produzione artistica contemporanea campana.
La proposta di cucina è affidata al giovane chef Antonio Passariello. Classe ’87 e una specializzazione in cucina macrobiotica, è a capo di una brigata under 35. La sua cucina contemporanea si nutre di memoria, contaminazioni e incontri con altre culture e tradizioni. C’è la Napoli del polpo del borgo di Santa Lucia e della triglia di scoglio, e ci sono la salsa Ajvar, il tataki di bufalo, i limoni di Amalfi e la riduzione di miso. Il mare è protagonista (quasi) assoluto, ma non mancano pochi, calibrati piatti di carne di alta qualità che non stonano, anzi, rafforzano l’ispirazione complessiva della cucina. L’estetica del piatto è attentamente studiata, sollecita i sensi, gioca con i colori e le superfici, predispone in modo accattivante all’esperienza di degustazione.
«Ad ogni mostra - spiega Passariello, chef executive di My Seacret - c'è un confronto con l'artista per cercare di creare un percorso che possa essere coerente e creare un legame tra arte e cucina».