Una medaglia alla memoria per un eroe civile

di Antonello Velardi
Martedì 1 Settembre 2015, 23:05 - Ultimo agg. 2 Settembre, 00:04
3 Minuti di Lettura
C’è una pedagogia civile nelle lacrime e nel messaggio di Nadyia Korol, la vedova di Aanatolij, l’immigrato ucraino ucciso sabato sera durante una rapina in un supermercato di Castello di Cisterna. «Il mio Anatoliy è un uomo unico, per lui resteremo in Italia», ha detto Nadyia che ha deciso di non tornare in Ucraina e di non abbandonare - con le figlie di quindici anni e di diciotto mesi - quella terra straniera che si è rivelata matrigna e le ha sottratto il suo uomo.



C’è una pedagogia civile che rende onore a questa straordinaria donna e interroga le nostre coscienze, di italiani spesso poco attenti ai mondi lontani. Ma stavolta gli italiani, i napoletani hanno subito mostrato il loro grande cuore, stringendosi attorno a questa straordinaria famigliola, privata del suo più importante sostegno. Il titolare del supermercato si è detto pronto a garantire gli studi in futuro per la figlia del povero Anatoliy, il sindaco del paese vuole intitolare una strada e costruire una statua in ricordo di questo eccezionale eroe del nostro tempo.



Anche l’Arma dei carabinieri, che sta conducendo le indagini, ha fatto sentire il suo calore con una presenza costante e affettuosa. Ma andrebbe fatto qualcosa in più, andrebbe dato un segnale più forte e anche più duraturo.



A chi se non ad un eroe civile come Anatoliy può e deve essere riconosciuta una ricompensa al valor civile, quella massima della medaglia d’oro che si attribuisce appunto a chi non c’è più e si è quindi speso fino all’estremo sacrificio? Non è escluso che a questa ipotesi stiano già pensando a Napoli, in accordo tra la prefettura e gli investigatori che seguono il caso. Occorre certamente del tempo per avviare la pratica che non è semplice e non è proprio del tutto veloce, ma in questo caso bisognerebbe dare una risposta diversa.



Bisognerebbe accelerare i tempi e mostrare una risolutezza che farebbe giustizia dei luoghi comuni sulla burocrazia italiana e risponderebbe a quelle lacrime e a quel messaggio di Nadyia Korol, alla sua pedagogia civile. La medaglia al valor civile è concessa dal Presidente della Repubblica su richiesta del Viminale, all’esito di un’istruttoria compiuta da un’apposita commissione cui arriva una prima comunicazione dalla prefettura locale.



Un iter lungo, appunto. Ma, se velocizzato, stavolta consentirebbe a questa straordinaria famiglia di onesti lavoratori di sentire concretamente la vicinanza dello Stato italiano ai massimi livelli. Non solo: permetterebbe anche una copertura economica che sarebbe di fondamentale aiuto per continuare a vivere nel nostro Paese senza più il supporto del capofamiglia.



La medaglia comporta infatti un indennizzo una tantum e un aiuto permanente per gli eredi, consentendo loro di avere un percorso privilegiato nell’ingresso nel mondo del lavoro.
Dunque un modo concreto di stare vicino a loro, di farli sentire italiani fino in fondo. Sarebbe bello se ci fosse un corale scatto di reni e venisse dato dallo Stato, con celerità, questo straordinario segnale. Una risposta anch’essa di pedagogia civile.