Autonomia, coro di no: «Spacca il Paese in due»

«Il rischio è quello di avere 20 Italie diverse su questioni cruciali»

L'incontro a Telese con Mastela, Picierno, Gubitosa e Lombardi
L'incontro a Telese con Mastela, Picierno, Gubitosa e Lombardi
di Gianluca Brignola
Lunedì 25 Marzo 2024, 10:16 - Ultimo agg. 19:26
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«Posizione convergenti sull'autonomia differenziata». Tanto per sintetizzare le risultanze dell'incontro andato in scena nel pomeriggio di sabato a Telese Terme. «Nessuna indifferenza per sud e aree interne in balia delle riforme» il tema al centro del dibattito stimolato dal segretario della Uil di Avellino e Benevento, Luigi Simeone, al quale hanno preso parte il sindaco di Benevento Clemente Mastella, il presidente della Provincia Nino Lombardi, il deputato del Movimento 5 stelle Michele Gubitosa e la vice presidente del parlamento europeo Pina Picierno.

«Il rischio - ha introdotto Simeone - è quello di avere 20 Italie diverse su questioni cruciali come il lavoro, la sanità, l'istruzione. Se si fa il paio con la riforma che introdurrebbe il premierato il piano appare del tutto evidente: l'accentramento dei poteri nelle mani del presidente del consiglio. Rischiamo di mettere in discussione l'intero assetto istituzionale del Paese». Una linea condivisa anche dal primo cittadino di Benevento.

«Su autonomia differenziata e premierato è come se ci fosse una franchigia per le nostre comunità, ma è chiaro ed evidente che le conseguenze toccheranno tutti noi. Noto che a prevalere in questo momento è la rassegnazione. Per come la vedo io sul premierato si andrà al referendum e lì la partita sarà tutta da giocare mentre sull'autonomia dopo il passaggio in Senato è chiaro che alla Camera l'esito potrà essere lo stesso. E pure tutte le forze sociali si sono espresse contrariamente: la Chiesa, gli industriali. Una riforma che nasce da un ricatto, che nega il principio di sussidiarietà espresso dall'articolo 116 della costituzione e va contro il futuro di oltre 13 milioni di persone che da nord a sud vivono le aree interne».

«Siamo stati facili precursori - ha rimarcato poi Lombardi - ed i primi effetti li abbiamo già avuti sul dimensionamento scolastico. Subiamo da anni scelte dall'alto che non tengono conto delle nostre vocazioni. Dobbiamo partire dal basso per difendere il territorio per far capire che la chiusura di un servizio essenziale rappresenta la negazione dell'identità di una comunità». Cause ed effetti che del resto rinsaldano anche l'alleanza tra PD e M5S. «È una riforma spacca Italia - per il deputato pentastellato Gubitosa -.

Una riforma che distruggerà il sud e chi pensa che andrà ad appannaggio del nord sbaglia di brutto. Le ragioni che ne sono alla base sono rintracciabili negli equilibri all'interno della maggioranza di Governo, ovvero, permettere a Salvini di portare qualcosa a casa.

Uno scambio di figurine tra premierato e autonomia differenziata. La soluzione qual è? Richiamare alle responsabilità i parlamentari eletti nei nostri collegi e fargli votare no alla camera». «Una toppa allo sciagurato referendum del 2001 - ha affermato la Dem Picierno -. Una sciagura anche piuttosto approssimativa. Ci opporremo con forza a questo tentativo maldestro di realizzare la secessione teorizzata da quella che un tempo si chiamava Lega Nord. Non si tratta di una discussione ideologica. Siamo contro perché tra nord e sud c'è un divario che esiste e riguarda la vita, i diritti, le opportunità dei cittadini. Questo divario negli ultimi 30 anni non è diminuito ma semmai aumentato».

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«La spesa pubblica al sud è diminuita. È cresciuta quell'emigrazione di necessità che impoverisce il mezzogiorno. Qualsiasi tentativo di autonomia deve partire da una considerazione fondamentale: a tutti i cittadini devono essere garantiti gli stessi diritti. La questione non è eludibile e siamo chiamati a fare battaglia politica».

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