Louis Vuitton assume a Napoli: via alla selezione per 2.500 posti

You&Me, il salone di orientamento di Lvmh alla Fondazione Made in Cloister

Bernard Arnault, Ceo di Lvmh
Bernard Arnault, Ceo di Lvmh
di Nando Santonastaso
Martedì 7 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 8 Maggio, 08:27
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Alla fine, ne hanno contate circa duemila, un record probabilmente assoluto. Duemila richieste di partecipazione oggi alla tappa napoletana di You&Me, il salone di orientamento di Lvmh, il più grande gruppo mondiale della moda e del lusso, che in Italia è a caccia di talenti per le sue maison, tra cui Berluti, Bulgari, Belmond Hotel, Dior, Louis Vuitton e Sephora. Ne cercano almeno 2.500 entro la fine del prossimo anno (attualmente nelle varie aziende sono occupati circa 11.500 addetti) ed è lecito pensare che una buona fetta possa arrivare proprio dalla città che in tema di creatività, moda e abbigliamento e servizi di accoglienza è sicuramente una meta obbligata. La prima volta di Lvmh a Napoli in una location simbolica come la Fondazione Made in Cloister, nella zona di Porta Capuana: creata nel 2012 da Rosalba Impronta con il marito Davide De Blasio, è parte di un progetto di riqualificazione dell'intera area che punta a creare opportunità di sviluppo sostenibile per giovani disoccupati e famiglie disagiate attraverso l'utilizzo di diverse forme di arte, artigianato e gastronomia. È anche a loro che guarda l'iniziativa, estesa non a caso quest'anno anche al Sud e a Napoli, capitale della disoccupazione under 35, oltre alle riconfermate Firenze e Padova. Ma non solo: nella folla dei partecipanti annunciati ci saranno molti studenti (soprattutto degli ultimi due anni degli istituti tecnici superiori) ma anche lavoratori o ex dipendenti in cerca di una nuova opportunità per rimettersi in gioco o semplicemente per trovare un nuovo percorso occupazionale. Ingesso libero, peraltro: chiunque è interessato a scoprire i 280 mestieri d'eccellenza codificati nel tempo dal Gruppo guidato da Bernard Arnault può farlo anche all'ultimo momento.

Stimolante la formula. L'evento permette ai partecipanti di conoscere tutte le opportunità di formazione gratuite e lavorative negli ambiti della Creazione, dell'Artigianato e della Customer Experience in Italia all'interno del Gruppo. Alla fine del percorso ci sarà anche la possibilità di consegnare i curriculum, di valutare le offerte di lavoro, di svolgere colloqui con le risorse umane delle varie maison presenti. Lo scenario di riferimento, come detto, è costituito dai 280 mestieri che esaltano il savoir faire e che l'istituto fondato e ad essi intitolato da Lvmh ha deciso di far conoscere anche in Italia. Scelta per tanti aspetti coraggiosa in tempi di Intelligenza artificiale e di digitale a tutto tondo ma forse proprio per questo indispensabile, necessaria. A cosa? Ad esempio, ad evitare che nei passaggi generazionali si perdano le peculiarità di mestieri tutt'altro che inutili o sorpassati, dalla moda all'artigianato, dalle calzature ai manufatti artistici. Ecco Napoli, insomma, che nel savoir faire è maestra e che non sembra incline a lasciarsi travolgere dall'iper high tech pur ospitando le Academy dei più grandi gruppi mondiali del settore, da Apple a Cisco, a Deloitte, nel polo della Federico II a San Giovanni a Teduccio. «Mai abbastanza siamo consapevoli di quanto il savoir-faire sia un patrimonio eccezionale. All'estero, mi riferisco a paesi come il Giappone o metropoli come Pechino, l'artigianalità insita nei prodotti di lusso ha un potere di fascinazione inimmaginabile» dice Alexandre Boquel, direttore di Lvmh Mestieri d'Eccellenza, 26 corsi di formazione e un impatto considerevole sulle giovani generazioni d'Oltralpe. 

Lvmh e l'Italia, del resto, sono ben più che una reciproca opportunità. «In Italia abbiamo oggi 7 maison, 30 siti di produzione e 246 boutique. Cinquemila fornitori e appaltatori di Lvmh che rappresentano oltre 100mila persone, e circa 12mila collaboratori» ha detto il direttore generale Toni Belloni a Firenze durante la tappa di You&Me. È anche qui che si è rafforzato un modello che permette al Gruppo di avere un perfetto controllo di tutta la catena del valore, dall'approvvigionamento delle materie prime fino alla distribuzione selettiva dei prodotti, passando dalla produzione. «Questo controllo e garanzia dell'eccellenza del nostro modello, a monte e a valle» dice Lvmh che guarda all'Italia con sempre maggiore interesse.

Le maison presenti nel nostro Paese producono ben 35 manifatture, dai tessuti all'abbigliamento, dagli accessori alla pelletteria, dalle calzature alla gioielleria, dall'eyewear alla pasticceria di alta gamma per Louis Vuitton, Christian Dior, Bulgari, Fendi, Loro Piana, Acqua di Parma, Berluti, Cova, Celine, Givenchy etc, ma anche Thelios a Longarone per l'occhialeria. «Ciascuno di questi siti è radicato all'interno di quegli ecosistemi unici che sono i distretti industriali italiani. È qui che si trovano e si possono formare mani artigianali senza pari oltre a un larghissimo indotto di aziende fornitrici e partners». Una realtà che investe ogni anno 100 milioni e che negli ultimi tempi si è ulteriormente radicata soprattutto in Toscana. Lo sbarco a Napoli, ben diverso da quello negato lo scorso anno al megayacht di Arnault (per ragioni non del tutto chiarite) sembra poter autorizzare la speranza che la via del Sud non resti solo un episodio. Dove, se non qui, i mestieri d'eccellenza potrebbero trovare la linfa ideale per non arrendersi ai robot? 

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