Il canile lager di Casaluce insegna
che servono maggiori controlli

La lettera della consigliera regionale Gaeta: via alla gara di solidarietà, ma quanta violenza

Il canile lager di Casaluce insegna che servono maggiori controlli
Giovedì 2 Novembre 2023, 10:41 - Ultimo agg. 10:43
4 Minuti di Lettura


Gentile direttore,
da consigliera regionale e da profonda amante degli animali, mi sono preposta di verificare personalmente i canili pubblici e i più grandi allevamenti della Regione, allo scopo di segnalare e prevenire eventuali situazioni di maltrattamento.
Venerdì scorso sono stata in un allevamento a Casaluce in provincia di Caserta, attività peraltro già posta sotto sequestro giudiziario per diverse motivazioni.
Mi sarei risparmiata volentieri di entrare in quel posto e vedere lo strazio di quei poveri cani, poiché molto spesso la sofferenza altrui la percepisco così forte da sentirla mia. 
Ma quando sei così e sei però consapevole di certe situazioni, ebbene non puoi girare lo sguardo dall’altra parte, in nessun caso e in nessuna circostanza!
Quello che è accaduto nell’allevamento di Casaluce è molto grave per tanti motivi. Intanto è importante sapere che stiamo parlando di un allevamento di cani autorizzato. 
Ed allora mi chiedo anzitutto come sia potuto succedere che si arrivasse a questo punto senza che nessuno se ne accorgesse o segnalasse la situazione, che non si è certamente determinata in un giorno o in un mese, ma in anni di incuria e abbandono, che si sono trasformati poi in maltrattamento vero e proprio essendo stati superati certi limiti.


Com’è possibile che sia stato autorizzato un luogo in cui sono stati (e lo sono ancora) detenuti oltre 400 cani senza corrente elettrica, senza acqua corrente, con un numero di cani fuori da ogni norma, lontano da qualsiasi etica, tenuti in box angusti pur avendo a disposizione tanti spazi, anche all’aperto, dove farli vivere almeno in condizioni minimamente più dignitose?
Tutto è cominciato dopo ferragosto, quando è emersa una situazione davvero disastrosa all’interno di questo allevamento ora sotto sequestro. Coppie di “fattori” sfruttati in modo indegno e fino allo stremo solo a scopo di lucro, perché generassero tanti cuccioli, tra cui alcuni morti di stenti.


Come detto, adesso c’è un custode giudiziario, ma io ho chiesto alle autorità competenti, in qualità appunto di consigliere regionale, di relazionare in maniera dettagliata sulla situazione.
Alcuni volontari stanno dando una mano per dare da mangiare e da bere (ripeto: non c’è corrente elettrica né acqua corrente, benché sia un allevamento autorizzato in uno spazio sconfinato) e per pulire i minuscoli box dove i cani sono stati praticamente reclusi senza avere nessuna colpa, solo per il profitto di una persona che li ha fatti proliferare senza alcun criterio.

Spesso incrociando anche razze diverse tra loro e rendendo così meno “attraenti” i cuccioli da vendere…


Il fatto poi che questo luogo appartenga ad un privato rende tutto più complesso da gestire. Quando si fanno sequestri di animali che “appartengono” a privati, sorge il problema di chi se ne faccia carico materialmente ed economicamente visto che non sono responsabilità di nessun ente pubblico: ci vogliono luoghi, cibo, cura degli spazi.
Ed allora, quello che è fondamentale adesso è:
⁃ Una rete affidabile di volontari disponibili a prendersi cura di questi poveri esseri indifesi nelle more di determinazioni definitive da parte della magistratura
⁃ Benefattori che donino cibo e materiali utili al mantenimento dei cani. Non soldi.
Diffidate di chi chiede soldi se non siete certi dei destinatari, sebbene a fronte di una maggioranza di volontari generosi ed appassionati, ci sia solo una minoranza di finti volontari approfittatori (come in ogni contesto). 
Aggiungo un’ultima amara riflessione personale, fatta mentre camminavo tra quelle “gabbie” da cui mi chiamavano occhi imploranti, elemosinando una carezza.
Mi chiedevo, siamo davvero disposti a sottoporre essere così indifesi a tali abusi, violenze, sofferenze solo perché vogliamo un “cane di razza”? 


E visto che magari lo vogliamo anche a “buon prezzo”, alimentiamo e foraggiamo un mercato illegale di esseri viventi che vengono irrimediabilmente sacrificati in nome di soldi e mode.
D’altra parte, le tremende guerre e i barbari eccidi di queste ultime settimane, non fanno altro che certificare che l’essere umano è sicuramente peggiore di qualsiasi animale…
Lascio il mio indirizzo email per chiunque voglia informarsi e partecipare a questa, ma anche a tante altre battaglie di civiltà.
info@robertagaeta.it
La saluto cordialmente e La ringrazio
Roberta Gaeta

© RIPRODUZIONE RISERVATA