Castellammare, linea dura da Napoli: commissariato il Pd e via libera a Vicinanza

Dopo le divisioni arriva la svolta dei vertici provinciali e regionali

L'incontro del Pd a Castellammare
L'incontro del Pd a Castellammare
di Fiarangela D'Amora
Mercoledì 17 Aprile 2024, 23:22 - Ultimo agg. 19 Aprile, 18:27
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Terremoto politico a Castellammare, le divisioni sul candidato sindaco portano al commissariamento del circolo Pd. Ieri mattina il segretario dem Peppe Giordano ha rassegnato le dimissioni, al suo posto è stato nominato Francesco Dinacci, presidente dell’assemblea provinciale democrat.

La decisione arriva al culmine di mesi ad alta tensione, durante i quali non sono servite consultazioni, riunioni e segreterie di partito per riportare l’unità all’interno di quel campo largo in costruzione in vista delle amministrative di giugno.

Il vertice

La scelta, il partito provinciale e regionale, l’aveva fatta da tempo, candidare Luigi Vicinanza. Una decisione confermata ieri sera dal neo commissario durante l’interpartitico. «Il mio compito è accelerare e definire al più presto la scelta del Pd sul candidato - ha spiegato Dinacci -. Il nostro nome è Vicinanza e abbiamo chiesto questa sera (ieri, ndr) in maniera ufficiale agli alleati di appoggiarlo».

Il giorno prima il giornalista si era presentato alla città con il sostegno civico dei 100 professionisti che avevano lanciato un appello per la sua candidatura. Ieri sera è arrivato anche il sostegno politico, per la prima volta il Pd ha fatto il nome di Vicinanza, ha presentato quella candidatura che ha scatenato fino ad oggi divisioni e veleni nel centrosinistra.

«Non è un commissariamento punitivo - spiega Peppe Annunziata, segretario provinciale del Pd - non condanniamo l’operato di Giordano, ma ci siamo trovati di fronte a una situazione di stallo che potevamo superare solo in questo modo».

L’ultima volta che Annunziata era stato a Castellammare il 20 marzo scorso aveva visto con i suoi occhi un partito diviso e lacerato da personalismi.

Ad appoggiare la scelta del direttivo provinciale c’era Giordano, che oggi si dice sereno: «Mi sono dimesso per amore del mio partito, per la ricomposizione del centrosinistra e per aiutare la mia città che non riesce ad uscire da un guado in cui è caduta da un decennio».

L’altra corrente, quella guidata dal presidente dem Roberto Elefante, è stata un ostacolo fino ad oggi molto alto da superare. «Ora la decisione sarà presa da una figura super partes, siamo convinti - conclude Annunziata - che il commissario riuscirà a far uscire il partito da questa situazione».

Le frizioni 

Se lo augura anche lo stesso Elefante che intanto predica calma: «Invito tutti a ragionare di testa e non di pancia - spiega il commercialista che puntava alla candidatura -. Dico a tutti, compresi i candidati che si sono già fatti avanti, a riflettere ed essere responsabili nei confronti della città».

Elefante aspettava l’azzeramento e si dice pronto ad un ragionamento condiviso. Ieri sera non era al tavolo del centrosinistra, e nei prossimi giorni incontrerà Dinacci presentando nuovamente la sua candidatura sostenuta da cinque liste tra cui anche il M5s, assente ieri sera. 

Nel campo largo in costruzione c’è anche l’area che ruota attorno all’ex sindaco Salvatore Vozza. L’ex parlamentare che aveva avviato la discussione già due anni fa chiedendo unità e percorsi comuni, si trova oggi lontano dalle scelte del Pd.

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L’obiettivo di unire, sventolato da ogni parte, si scontra con le azioni messe in campo fino a oggi, ma ora c’è da fare i conti con il candidato del centrodestra: Luigi Bobbio. Attorno a lui Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e si sta lavorando per includere anche le civiche che avevano annunciato Antonio Alfano candidato sindaco. Come quarta forza in campo c’è anche il medico Antonio Coppola, espressione di un gruppo di civiche.

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