Marocchino ucciso a Castel San Giorgio, analisi nella Smart dell'indagato

Nel dettaglio, si procederà con esami di natura biologica, dattiloscopica e microscopia elettronica (stub): gli inquirenti dovranno stabilire di chi era il sangue trovato in più parti, all'interno dell'abitacolo, accertando inoltre la presenza di residui da polvere da sparo

Il luogo del ritrovamento del cadavere
Il luogo del ritrovamento del cadavere
di Nicola Sorrentino
Venerdì 9 Febbraio 2024, 06:56
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Marocchino ucciso, la Procura di Nocera analizzerà l'auto sequestrata a Gerardo Palumbo, il 64enne ragioniere incensurato di Roccapiemonte, in carcere perché indiziato di omicidio aggravato dalla premeditazione e porto illegale di arma da fuoco. Il sostituto procuratore Claudia Colucci ha fissato la data per gli accertamenti irripetibili, da svolgere all'interno della Smart. Nel dettaglio, si procederà con esami di natura biologica, dattiloscopica e microscopia elettronica (stub): gli inquirenti dovranno stabilire di chi era il sangue trovato in più parti, all'interno dell'abitacolo, accertando inoltre la presenza di residui da polvere da sparo.

Allo stato - da ordinanza del Gip - il quadro indiziario a carico di Palumbo è grave, in relazione alla morte di Hadraoui M'ssad, 54enne marocchino residente a Castel San Giorgio. Non c'è ancora luce sul movente: i due avrebbero gestito un traffico di extracomunitari dal Marocco all'Italia, da regolarizzare attraverso falsi contratti di lavoro per ottenere i permessi di soggiorno. Stando alla testimonianza della moglie della vittima, Palumbo avrebbe ottenuto per ogni straniero dai 3 ai 4mila euro. Dai messaggi acquisiti dai carabinieri, inoltre, è emerso come l'indagato e il marocchino avrebbero avuto dissidi di natura economica, legati al presunto traffico.

Il 29 gennaio scorso lo straniero uscì di casa per incontrare Palumbo.

Al termine della giornata non fece ritorno a casa. La moglie ne denunciò, così, l'allontanamento. Il 31 gennaio il corpo di Hadraoui Mssad, conosciuto come "Zaccaria", fu trovato senza vita alle 17.30 a Trivio, lungo un tornante che conduce all'Eremo di Santa Maria a Castello. Il corpo, coperto da un telo e tra i rifiuti, presentava una ferita alla testa. Intorno c'erano segni di trascinamento e pezzi di vetro. Per il medico legale l'uomo non sarebbe stato ucciso nello stesso luogo dove due ragazze, di passaggio, lo avevano trovato, lanciando poi l'allarme ai carabinieri. L'indagato fu ripreso da una telecamera salire e scendere da quella strada. Prima in compagnia di una seconda persona (il cui volto era nascosto dal riflesso della luce della telecamera) poi da solo. Un viaggio di 11 minuti. I due sarebbero stati insieme nella mattinata del 29 gennaio, diretti a Napoli - a dire della vittima in un messaggio inviato alla moglie - poi l'itinerario sarebbe cambiato, fino a quel tornante di Trivio. Forse per "recuperare dei soldi".

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Le verifiche all'interno della Smart - non aveva un finestrino nella ripresa della telecamera - saranno integrate anche dai risultati sui controlli delle 2 pistole sequestrate all'indagato (ad una mancavano 4 colpi con uno ancora in canna) e su degli stivaletti sporchi di tracce rossastre, che l'uomo avrebbe indossato quel lunedì. 
 

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